I delitti del BarLume (sesta stagione): la recensione
La nostra recensione della sesta stagione de I delitti del BarLume, la serie tv di Sky tratta dai romanzi gialli di Marco Malvaldi
Se l'anno scorso a dare un nuovo slancio allo show era stato l'arrivo del Beppe Battaglia di Stefano Fresi, in questa sesta stagione sono stati il tono e la struttura delle puntate a portare I delitti del BarLume verso una nuova direzione. Non si può infatti parlare prettamente di "casi da risolvere" per descrivere Il battesimo di Ampelio e Hasta Pronto Viviani, gli episodi - entrambi originali e non tratti dai romanzi - andati in onda il 25 dicembre e il 1 gennaio. Benché in ognuno di essi ci sia stata un'indagine da svolgere, esse sono apparse come un tassello di una trama più grande, un mosaico che ha coinvolto in maniera più o meno attiva tutti i simpatici personaggi che ruotano attorno al celebre locale di Pineta. Abbiamo visto la Tizi neo mamma in crisi; i quattro vecchini del Barlume indagare sulla paternità del piccolo Ampelio e sul rapimento di Massimo, spingendosi fino all'Argentina; Beppe alla ricerca di una nuova dimora e alle prese con il ruolo di baby-sitter; la Fusco svolgere faticosamente il suo lavoro a causa delle intromissioni del questore Tassone e dell'assicuratore veneto Pasquali.
Per come è confezionata, I delitti del BarLume resta però una delle produzioni più interessanti e meglio realizzate del nostro paese. Un unicum televisivo che ha solo bisogno di fare un passo indietro per ritrovare quella freschezza e quella voglia di pendersi poco sul serio che l'hanno fatta amare dal grande pubblico, trasformandola da semplice esperimento ad appuntamento fisso di inizio anno nuovo.