I Croods 2 - Una nuova era, la recensione
I Croods 2 non riesce a replicare la freschezza del primo film. Cerca disperatamente di piacere a tutti senza trovare però la giusta misura.
C’è - immancabile - il padre capo branco attento ai bisogni della famiglia. È protettivo e timoroso dei pericoli. Ha però bisogno di ribadire il suo ruolo di "alfa" in una famiglia che invece è portata avanti dalle donne. La nonna ex guerriera, la mamma con la mente più fine e la figlia in preda ai tormenti amorosi. Grug (il papà) vuole trovare casa per fermare l’evoluzione del branco in un eterno istante felice. Hip (la figlia) desidera la stessa cosa, ma per formare un nuovo nucleo e crescere. Due interpretazioni diverse dell'evoluzione.
Il problema de I Croods 2 è che tutto sembra già visto mille volte. E persino le gag riuscite, come la finestra osservata ossessivamente da Tonco a mo' di televisione, sono trascinate e ripetute più volte fino a stancare. La nonna fragile che invece si trasforma in una durissima donna d’azione è ormai un cliché della risata facile per bambini. I vestiti che parlano, le creature carine che si trasformano in violenti mostri, sono strategie stanche per arruffianarsi i giovani spettatori facendo però meno fatica possibile.
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Il primo film avrebbe dovuto inizialmente essere prodotto in stop motion dalla Aardman Animations, I Croods 2 recupera in pieno questa estetica, ma non nel migliore dei modi. L’impressione è quella di voler colpire l’occhio impressionando con tutti i trucchi a disposizione invece che nascondendoli per trovare un’atmosfera originale. Tutto è esplicito, sparato a mille. Si perde però il piacere delle sfumature.
I Croods 2 - Una nuova era fa parte di quel filone di cinema d’animazione in cui i protagonisti non reagiscono alle situazioni di difficoltà, ma se le creano loro. Sono i problemi di carattere, le incomprensioni, i non detti, che innescano l’avventura. Cose che si risolverebbero in poco se un personaggio non fosse così testardo, o se un altro fosse più disposto a spiegare il perché delle regole autoimposte. Da un film che si svolge in territori selvaggi, dove la sopravvivenza del singolo è collegata alla capacità di stare in gruppo, ci si sarebbe aspettato altro: cioè di trovare l’ambiente come fattore scatenante. Invece il peggio e il meglio dell’uomo (sapiens) non escono mai come risposta al pericolo, ma sempre come vizio.
Non esprime una grande fiducia nella razza umana, anche se sembra voler dire il contrario, ma soprattutto presenta un mondo antico troppo moderno. Rispetto al primo film è molto più orientato a riproporre nel passato lo stile di vita moderno..
Se la fisicità dei protagonisti era apprezzabile e finalmente varia, ne I Croods 2 si ritorna agli “standard” stereotipati. Ecco allora che la ragazza civilizzata sarà magra e filiforme, mentre la primitiva più brutta con le spalle larghe. Il fratello stupidotto sarà quello con qualche chilo di troppo e le occhiaie da sovraesposizione da schermo. Il papà evoluto, che sa godersi la vita, è un hippy, ovviamente magro, nonostante viva tra il cibo. È contrapposto al peloso protagonista, che invece subisce i morsi della fame, ed è enorme.
Per un film che vuole raccontare i primi passi della civiltà sono una quantità di cliché inaccettabili. Per questo I Croods 2 non riesce a diventare niente di più che un leggero divertimento estivo. Molto ambizioso, ma troppo concentrato sull’oggi per poter usare il passato come efficace metafora.