Human Resources (prima stagione): la recensione

Human Resources è un misto tra The Office e Big Mouth, e dalla sorella maggiore prende le volgarità, con un pizzico di sentimento

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Human Resources la recensione in anteprima della prima stagione, dsiponibile su Netflix dal 18 marzo

Big Mouth è tra le serie animate di Netflix più seguite, nonostante sia anche uno di quei prodotti che o si apprezzano o si odiano con tutto se stessi, come il creatore Nick Kroll non smette mai di ripetere tramite le pelose labbra di Maurice, il mostro degli ormoni. Cosa ci sarebbe di “peggio” di una sola serie volgare capace di indispettire più di un gruppo di spettatori? Ma ovviamente due serie volgari dedicate al mondo dei mostri creato da Kroll e compari.

Human Resources debutta esattamente tra una settimana, il 18 marzo, coi suoi dieci episodi inediti. Inizialmente annunciato come spin-off di Big Mouth, la serie prosegue nel racconto della sorella maggiore, spostando il focus dai ragazzini in preda agli ormoni ai vari mostri che abbiamo imparato a conoscere negli scorsi 5 anni. In effetti un assaggio di Human Resources lo avevamo avuto già col finale della stagione 5 della serie originale quando Nick Kroll (in carne e ossa) si rivelava come capo della HR, l'azienda di Maury, Connie e tutti gli altri in uno degli episodi più riusciti della serie. E l'inizio di questo nuovo show rincara la dose, bucando da subito la quarta parete con un promo di un documentario dedicato all'azienda, e con l'affermazione che la serie sarà un misto tra The Office e proprio Big Mouth prima che parta la sigla sulle note di Make me Feel di Janelle Monàe.

Human Resources: la trama

Il focus dello show è quindi la vita lavorativa dei mostri, e fin dai primi istanti della serie incontriamo numerose vecchie conoscenze viste in Big Mouth: non solo i mostri degli ormoni Maury e Connie, ma anche il Mago della Vergogna Lyonel, i Love Bug Walter, Rochelle e Sonya e tutta la sequela di pazzi comprimari ideati negli scorsi anni da Kroll e soci. Human Resources mostra sia la vita d'ufficio che le interazioni con le persone ormai adulte o liceali, togliendo il focus dalla scuola media e dando molta più profondità al mondo di Big Mouth.

Nonostante le volgarità non manchino mai, Human Resources cerca di andare oltre cercando di raccontare anche qualcosa con un senso. Basti pensare che l'episodio dedicato al mostro del lutto, probabilmente il migliore della stagione, è preceduto da una rissa di piselli che prende in giro la saga di Rocky. Ogni argomento è trattato con il solito stile sopra le righe a cui è abituato chi guarda la serie madre e, come anticipavo in apertura, difficilmente potrete apprezzare Human Resources se non vi piace Big Mouth. Questo perché la storia prosegue da dove era rimasta, accantonando si i ragazzini (o quasi) ma proseguendo le trame di Maury e Connie, portandoli perfino allo step successivo della loro relazione, che sicuramente si rifletterà nella prossima stagione dello show principale.

Human ResourcesL'attenzione si sposta sugli adulti

Uno dei punti di forza che ha da sempre contraddistinto Big Mouth è la sua componente musicale: anche Human Resources propone alcune canzoni, per la prima volta tutte (tranne una) adattate e cantate anche in italiano. Ho trovato la scelta di tradurre anche le canzoni un po' fuori posto, soprattutto nei brani più sconci, dove la parolaccia in italiano ha una musicalità diversa da quella inglese. Sebbene non abbia potuto vedere la serie in lingua originale, il cast è stato confermato nella sua interezza (anche nella versione italiana, tranne Gavin). Dagli immancabili Nick Kroll e Maya Rudolph, a David Thewlis e Thandiwe Newton, con delle aggiunte di peso come Hugh Jackman, che passa da doppiare solamente un pene con le sue sembianze a dare la voce a uno dei personaggi principali, Dante l'Angelo della dipendenza. Tra le guest star di spessore nel doppiaggio originale invece Helen Mirren (che doppia la madre di Lyonel) e Henry Winkler, nei panni di Keith il maglione del lutto.

La possibilità di affrontare temi adulti in un cartone per adulti, con ovviamente le solite parentesi sboccate, è sicuramente un vantaggio. Ma quello che ha contraddistinto Big Mouth (e che ne ha decretato il successo in patria) è stato proprio mettere dei ragazzini in determinate situazioni sconvenienti. Ampliando il suo focus a tutta l'umanità, concentrandosi più dal lato mostri che da quello degli adolescenti allupati, Human Resources fa quel passo in più che molti criticavano assente in Big Mouth. La nuova serie è in grado di raggiungere un bacino più ampio di pubblico, seppur non essendo adatta a chi non ha mai visto il prodotto originale. Che sia questa la strada su cui Kroll e soci dovranno proseguire quando la serie principale raggiungerà il tanto agognato finale?

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