House of the Dragon 2x05 “Reggente”: la recensione

«Dopo gli eventi dello scorso episodio è il momento di confrontarsi con nuove strategie e venire a patti con sconvolgenti verità»

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Spoiler Alert

La nostra recensione del quinto episodio di House of the Dragon, dal titolo “Reggente”, disponibile da oggi in esclusiva su Sky e in streaming su NOW. 

Dopo gli eventi catastrofici dello scorso episodio è il momento per i personaggi di confrontarsi con nuove strategie e venire a patti con sconvolgenti verità, tutto questo e molto altro nel quinto episodio della seconda stagione di House of the Dragon, da oggi disponibile in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now e fin da subito anche con doppiaggio in italiano. Qui la nostra recensione, ovviamente spoiler.

Aemond  e Daemon, due facce della stessa medaglia 

«E così, Aemond, lo Sterminatore di consanguinei, guercio da un occhio, si mise sul capo la corona di ferro e rubini che era appartenuta ad Aegon il Conquistatore. “Sta molto meglio su di me di quanto sia mai stata su di lui” dichiarò subito il principe». (Fuoco e Sangue – Edizione Illustrata, p. 419)

A distinguerli solo una D spostata, Aemond e Daemon sono due personaggi speculari, simili nel loro essere due agenti del caos ambigui e misteriosi. Entrambi secondi figli e fratelli di un re che percepiscono come debole, Aemond e Daemon mai come in questo episodio hanno mostrato finalmente il loro vero volto e le loro reali intenzioni. 

Se nel caso di Lucerys poteva essersi trattato di un incidente, ora dopo quello che abbiamo visto con Aegon è chiaro che Aemond abbia abbracciato fino in fondo il suo appellativo di Sterminatore di consanguinei. Casualità o premeditazione, poco importa: Aemond ha raggiunto finalmente il suo obbiettivo, quello che anelava fin dalla scorsa stagione. Tutti conoscono la sua indole, dalla madre a ser Criston Cole, ma in qualche modo nessuno ha il coraggio di confrontarlo. Ciò che colpisce nell'interpretazione di Ewan Mitchell sono i silenzi: l'attore lavora infatti per sottrazione, e più che con le parole fa parlare il proprio personaggio attraverso gli sguardi, la postura, l'inclinazione della testa. Da Aemond non avremo mai conferme, solo allusioni, ed è ciò che rende il personaggio così affascinante. 

Una conferma esplicita è invece quella che in questo episodio abbiamo da Daemon, che confidandosi con Alys Rivers ci rivela il suo piano, probabilmente escogitato fin dall'inizio: reclamare la corona per sé ed offrire a Rhaenyra un posto alla sua destra. Desideroso di approvazione e di ammirazione, Daemon (che non ha imparato nulla dall’errore con Sangue e Formaggio) in questo episodio è come un bambino capriccioso che vuole convincere gli altri a stare al proprio gioco, da ser Simon Strong (un sempre incredibile Simon Russel Beale) ai lord delle Terre dei Fiumi.

Un uomo volubile che gioca a fare il generale, il politico, il marito, l'amante, ma che qui ad Harrenhal, la fortezza stregata, torna ad essere un semplice bambino che non ha mai conosciuto l'amore della propria madre. Sappiamo che i Targaryen hanno usi e costumi peculiari quando si tratta di rapporti tra consanguinei, ma nessuno certo si aspettava una scena di sesso tra un figlio e una madre: portata simbolica a parte, la scena ha un potenziale di shock value altissimo, che di sicuro farà parlare molto il pubblico nel corso della settimana.

Lo sguardo femminile della serie

Ciò che House of the Dragon ha sempre messo in chiaro, attraverso la sceneggiatura e i personaggi, è la propria natura di serie che mette al centro la prospettiva femminile. Alicent e Rhaneyra sono sole, ancora una volta messe da parte per il loro essere donne da uomini che credono di saperne di più di loro. Se però Rhaneyra può fare affidamento su parte della sua famiglia e sulla sua nuova alleanza con Mysaria, Alicent è realmente isolata, silenziata, abbandonata anche dagli alleati che credeva più vicini e di lei avvertiamo solo il rombo della rabbia che monta mentre siede impotente al Concilio Ristretto (brillante la scelta sonora di ovattare i suoni e le voci dell'ambiente circostante). Ma le scelte del passato presentano sempre il conto, e se ci si allea con il patriarcato per tutta la vita, quest’ultimo non ti risparmierà le conseguenze in futuro. 

Le donne sono al centro di questo quinto episodio, dal ricordo della principessa Rhaenys, caduta come una vera Targaryen, alla fierezza e saggezza di Baela che elargisce una lezione di lealtà al nonno Corlys Velaryon. Helaena, con i suoi sussurri di saggezza, Mysaria, scaltra giocatrice che con la sua strategia potrebbe ribaltare le sorti della guerra, e ancora Rhaena, piena di dignità nonostante il suo essere inerme davanti agli eventi. Donne al comando sono Jeyne Arryn, la lady di Nido dell'Aquila, così come la politicamente astuta lady Frey o la fiera lady Mallister, entrambe poco inclini a piegarsi nemmeno davanti alla minaccia dei draghi. 

Nella sua varietà di personaggi e storie, House of the Dragon dimostra di aver scelto consapevolmente di mettere al centro l'esperienza femminile in questo universo, creando una distinzione sostanziale con la serie madre Game of Thrones. Il punto di vista è sempre quello del gentil sesso per citare ser Alfred, nel trionfo e nell'umiliazione, nella forza e nella debolezza, tratteggiando un racconto realistico, organico, mai forzato e mai percepito come figlio di quel fantomatico politicamente corretto di cui tanto si parla. 

Un popolo da non sottovalutare

«Una volta il sommo Septon mi disse che quanto pecchiamo, altrettanto finiremo per soffrire. Se è vero, dimmi tu, Lord Eddard... per quale motivo sono sempre gli innocenti a soffrire di più mentre voi potenti giocate al vostro gioco del trono?». (Lord Varys a Lord Eddard Stark)

Lo abbiamo detto nelle scorse recensioni, questa stagione di House of the Dragon fin dai primi episodi sta piantando il seme della ribellione da parte del popolo: mentre i draghi si mangiano la coda a vicenda, sono infatti gli abitanti dei Sette Regni a soffrire di più il prezzo della guerra civile. L'episodio si apre con una processione per le strade della città, in cui la testa di Meleys viene presentata a tutti come un bottino di guerra. Se fino a questo momento i Targaryen sono sempre stati visti come degli dei immortali al pari dei loro draghi, ora per la prima volta negli occhi della gente si può intravedere il dubbio e lo stupore. Il popolo si controlla anche con la paura, e cosa succede a svelare che ciò che più si teme in realtà può essere sconfitto? Può un cattivo presagio trasformarsi in una scintilla per la rivolta? 

In una saga storicamente così incentrata sulle trame di potere e sul gioco dei ricchi è interessante vedere quanto tempo si stia invece spendendo per tratteggiare personaggi e storyline legati alla gente comune: è probabile che nei prossimi episodi vedremo un crescendo della tensione ad Approdo del Re che potrebbe avere risvolti molto interessanti e potenzialmente mai visti primi nella storia della saga. (Nota al margine: menzione speciale al fedele seppur maltrattato cagnolino dell'acchiapparatti, vera star fin dalla sua prima apparizione). 

Nuove strategie

Non solo introspezione ma anche una trama che avanza con efficacia, lentamente e senza il ritmo forsennato dei primi due episodi. Nuove alleanze si formano, come quella che Jacaerys instaura con le Torri Gemelle (attenzione con i Frey, Robb Stark insegna), nuovi giocatori si fanno avanti, come Corlys Velaryon ora Primo Cavaliere della Regina, e nuovi scenari si prospettano, come la situazione nella capitale, con Aegon in fin di vita e Aemond al suo posto in veste di Reggente (un plauso al reparto del make-up prostetico per la resa del suo corpo ustionato, fuso insieme con la propria armatura). Ma soprattutto una storyline interessante sta per svilupparsi sul fronte dei Neri. Nonostante la perdita di Meleys, le forze della regina hanno infatti ancora un numero di draghi significativamente maggiore rispetto ai Verdi. Ciò che però manca sono i cavalieri. 

Jacaerys, fino a questo momento ingabbiato sotto l'ala protettiva della madre, escogita un modo per la propria fazione di scovare nuovi possibili cavalieri ed impossessarsi così dei numerosi draghi non reclamati presenti alla Roccia del Drago. Il piano è di rintracciare nell'albero genealogico dei Targaryen i cosiddetti “Semi di Drago”, tutti quei discendenti della Casata appartenenti ora ad altre famiglie. Che ci sia anche posto per i nati bastardi? E se questo piano in realtà indebolisse il misticismo dei Targaryen? 

Dopo la scorsa settimana all’insegna dell’azione, con “Reggente” la serie prende fiato e ci consegna un episodio che vede al centro l’approfondimento psicologico dei personaggi e l’avanzamento della trama, dandoci modo di apprezzare la recitazione sempre ottima dell’intero cast e di speculare sui possibili risvolti futuri. 

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Potete trovare tutte le informazioni e le curiosità sulla serie nella nostra scheda

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