House of the Dragon 2x01 “Un figlio per un figlio”: la recensione

House of the Dragon torna con un primo episodio che non perde tempo e regala al pubblico la prima sequenza shock della stagione

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Spoiler Alert

La nostra recensione del primo episodio della seconda stagione di House of the Dragon, intitolato Un figlio per un figlio, disponibile da oggi su Sky e Now.

I draghi sono tornati. Il primo episodio della seconda stagione di House of the Dragon è da oggi disponibile in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now e per la prima volta fin da subito anche con doppiaggio in italiano. Se avete già visto l’episodio, eccovi la nostra recensione spoiler.

Nota: vi ricordiamo che la sorte dei personaggi di House of the Dragon viene parzialmente svelata da Joffrey Baratheon nel quarto episodio della terza stagione di Game of Thrones. Se siete in vena di un rewatch vi raccomandiamo perciò di saltare l’episodio in questione per non rovinarvi la sorpresa. 

L’inverno sta arrivando 

Poche note di un tema musicale, quello degli Stark, diventato ormai così struggente e familiare per gli amanti di Game of Thrones, aprono il primo episodio della seconda stagione di House of the Dragon, regalando da subito una delle citazioni più attese dai fan del libro. Gli autori conoscono bene il loro pubblico e per questo scelgono di aprire con un rimando che colpisce direttamente al cuore: ci ritroviamo così a Grande Inverno, con gli Stark, e poi alla Barriera, dove il principe Jacaerys è stato mandato da sua madre per chiedere il supporto di Cregan Stark, il giovane Lord denominato “il lupo del Nord”.

Il ritorno di Casa Stark era stato annunciato nel finale della prima stagione, ma non per questo risulta meno emozionante, soprattutto per via di quella minaccia incombente al di là della Barriera che viene nominata da Cregan Stark ad un Jacaerys ancora ignaro della profezia di cui i Targaryen sono custodi. È il filo rosso che lega questa storia, un’invenzione geniale della serie, che così facendo, oltre ad introdurre l’aspetto sovrannaturale in una trama perlopiù politica, crea un legame diretto ed emozionante con la serie madre. L'unica pecca di una sequenza quasi perfetta è la sua durata: con la notizia della morte del giovane principe Lucerys, il fratello è costretto a ritornare a Roccia del Drago, facendo così sfumare, speriamo solo per ora, la possibilità di ulteriori scene tra i due personaggi che nel libro invece hanno maggiori e più pregnanti interazioni. 

Il lutto dei Neri

«Lucerys Velaryon morì col suo drago. […] Il principe aveva tredici anni. Il corpo non fu mai ritrovato. E con la sua morte, la guerra fatta di corvi, messaggeri e patti nuziali giunse a conclusione, e la guerra di fuoco e sangue ebbe davvero inizio» (Fuoco e Sangue - Edizione illustrata, p. 404)

L’ultima inquadratura della prima stagione di House of the Dragon era stata uno sguardo in macchina di Rhaenyra Targaryen, in stile Katniss Everdeen. La tristezza per la morte del giovane principe aleggia in tutta Roccia del Drago e in generale in tutto l’episodio, che si concentra appunto sulle conseguenze di questa morte e sul modo in cui il dolore, la rabbia e la vendetta influiscono sulla guerra civile alle porte. 

Diversi sono infatti i modi in cui i personaggi fanno i conti con il proprio dolore: se Rhaenyra non riesce a darsi pace fino a quando non potrà ritrovare e piangere i resti di Lucerys, Daemon ancora una volta coglie al volo l’occasione dell’assenza della moglie per prendere l’iniziativa. Emma D’Arcy continua come nella scorsa stagione a regalare un’interpretazione straordinariamente intensa, dalle tantissime sfumature, mentre Matt Smith è sempre carismatico nel suo ritratto di quello che, stando alle parole di George Martin, è forse il personaggio più ambiguo di cui abbia mai scritto. 

Una delle sequenze più belle dell’episodio, per fotografia e messa in scena, è quella del funerale di Lucerys, dove alle immagini della famiglia stretta attorno alla pira si alternano quelle di Alicent Hightower nel Tempio che accende una candela per ogni morto caduto finora, evocando un’altra famosa lista, quella di Arya Stark che recitava i nomi delle persone che avrebbe voluto uccidere. Ritroviamo poi personaggi come Rhaenys Targaryen, Lord Corlys Velaryon e Mysaria, che supportano la fazione dei Neri, e facciamo anche la conoscenza di Alyn di Hull, un uomo al servizio della flotta dei Velaryon, che avrà un ruolo importante nei prossimi episodi. 

Il dubbio dei Verdi

«Hai perso solo un occhio, dunque come puoi essere stato tanto cieco?» (Fuoco e Sangue, Edizione illustrata, p. 405) 

Così si riferisce che abbia detto ser Otto Hightower al nipote Aemond alla notizia dell’omicidio di Lucerys. Anche ad Approdo del Re aleggiano le conseguenze dell’accaduto e anche qui i diversi personaggi hanno diversi modi di reagire: se re Aegon è noncurante ma anzi eccitato per la prospettiva di una guerra imminente (Tom Glynn Carney restituisce un’interpretazione carismatica che lo distacca dal facile paragone con Joffrey), Otto Hightower è invece più cauto e paziente nell’elaborare una strategia, mentre Aemond dissimula il suo senso di colpa con una finta aria di compiacimento. 

Il senso di colpa attanaglia invece la regina vedova Alicent (Olivia Cooke è incredibile nel portale sullo schermo dubbio e frustrazione), un turbamento che sembra non poter essere lavato via neanche da un bagno caldo. Senso di colpa che però non deriva tanto da ciò che ha fatto il figlio, ma piuttosto da quella che è non solo la prima sorpresa dell’episodio, ma anche la prima scena di sesso: scopriamo infatti che la regina così devota agli dei ha una relazione proprio con la sua guardia reale, quel ser Criston Cole che tanto desiderava non essere l'amante clandestino di nessuno. In generale la colpa di aver versato il primo sangue è l’occasione per i Verdi di regalarci tutta una serie di scene che Tyrion Lannister avrebbe descritto come “grandi conversazioni in stanze eleganti”, da sempre scene focali della saga.

“Occhio per occhio, figlio per figlio”

È la crudele sentenza di Daemon Targaryen. Il primo episodio di House of the Dragon si conclude con la messa in scena di uno degli eventi più sanguinosi della Danza dei Draghi, la barbara uccisione del piccolo Jaehaerys, primogenito di Aegon e della sua sorella-moglie Helaena, ad opera di due uomini, chiamati nei libri Sangue e Formaggio, assoldati proprio da Daemon. Un evento che ci viene suggerito fin dall’inizio dell’episodio, con le doti profetiche della stessa Helaena e le inquadrature degli acchiappa ratti della fortezza mostrati sullo sfondo. 

Nonostante l’obbiettivo iniziale fosse Aemond, i due finiscono invece per uccidere il figlio di Aegon, lasciando allo spettatore il dubbio se questi siano stati davvero gli ordini di Daemon. È interessante come si scelga anche in questa seconda stagione di non mostrare mai del tutto le parole dell’uomo, andando ad alimentare non solo l'affascinante ambiguità del personaggio, ma strizzando anche l’occhio al libro, che ricordiamolo è scritto come un resoconto storico in cui molto spesso le fonti differiscono sulle reali intenzioni dei protagonisti. 

Sangue e Formaggio 

La sequenza viene costruita con un crescendo di tensione sia dalla regia, che vediamo seguire i due assassini per tutto il castello (ancora una volta il lavoro del reparto scenografico è incredibile), che della musica. Giunti però al momento culminante la scena in sé non riesce a mantenere alta questa tensione, perdendosi in una sceneggiatura e in un montaggio che ne diminuiscono notevolmente l’impatto sconvolgente. O forse si tratta delle conseguenze delle struttura narrativa della prima stagione: è chiara l’intenzione di voler iniziare fin da subito con uno degli eventi più truculenti del libro, ma il non aver passato molto tempo insieme a determinati personaggi, porta le loro tragiche sorti ad avere meno presa sullo spettatore. 

Senza contare che nei libri l’intero evento ha una portata molto più orrorifica, soprattutto per l'elemento della scelta della regina Helaena: evidentemente per rendere più digeribile ciò che bisognava mostrare sullo schermo si è scelto di edulcorarne alcune parti. Che abbia influito la concomitanza delle riprese con lo sciopero degli sceneggiatori? Non possiamo giudicare dopo un solo episodio: per ora basti dire che la vicenda di Sangue e Formaggio è considerata a tutti gli effetti come Le Nozze Rosse di House of The Dragon e purtroppo, per messa in scena ed impatto emotivo, non lo è stata.

Vi diamo appuntamento al secondo episodio di House of the Dragon, che vi ricordiamo è distribuita settimanalmente su Sky e in streaming solo su NOW.

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Potete trovare tutte le informazioni e le curiosità sulla serie nella nostra scheda

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