House of the Dragon 1×04 “King of the Narrow Sea”: la recensione

House of the Dragon torna con un episodio più lento dei precedenti , ma non per questo meno emotivo o d'impatto

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Spoiler Alert

Esattamente come durante le stagioni migliori de Il Trono di Spade, anche con House of the Dragon ci siamo trovati ad attendere trepidanti il giorno della messa in onda del nuovo episodio. Nel caso non lo sapeste, la nuova serie di Ryan Condal e di George R. R. Martin approda su Sky e NOW ogni lunedì con una puntata in italiano e la successiva in lingua originale. Una soluzione perfetta per essere in pari con gli Stati Uniti e non soffrire il pericolo spoiler, ormai sempre dietro l’angolo.

E così siamo arrivati al quarto episodio, vicini alla metà di stagione e pronti a entrare sempre più nel vivo dello show. La scorsa settimana abbiamo assistito alla sconfitta del Nutrigranchi da parte di Daemon Targaryen, interpretato da un carismatico Matt Smith. Il tutto mentre la giovane Rhaenyra Targaryen affronta i problemi di corte, che tentano di relegarla al suo ruolo di donna in un mondo maschilista e più marcio di quanto si possa pensare. House of the Dragon ha la straordinaria capacità di parlare di tematiche moderne, contestualizzandole però nel mondo ideato da Martin. Una finestra su un regno dove volano i draghi, ma con i pregiudizi e le ingiustizie tipiche di qualsiasi altro luogo, reale o immaginario che sia.

MAGGIORE SPAZIO A RHAENYRA

Nella nuova puntata disponibile da oggi, diretta da Clare Kilner e scritta da Ira Parker e Ryan Condal, vediamo Rhaenyra rifiutare tutti i suoi possibili futuri mariti. Mentre fa ritorno ad Approdo del Re, Daemon torna da suo fratello Viserys per ufficializzare la liberazione delle Stepstones. Da qui ha inizio un’ora di show che, a differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, rallenta la corsa rispetto ai primi episodi per porre maggiore attenzione alle dinamiche emotive tra i vari personaggi.

Cosa prova Rhaenyra? Qual è il suo rapporto nei confronti di suo zio? Di chi ci si può realmente fidare a corte?

Domande che trovano parziale risposta nel corso dell’episodio, che abbiamo trovato ricco di momenti emozionanti. È altresì vero, però, che non tutti potrebbero essere soddisfatti da quanto visto, dato che il focus voluto dagli sceneggiatori ha inevitabilmente rallentato l’evolversi della vicenda. Una scelta per nulla casuale, soprattutto in vista di quanto accadrà nelle prossime puntate, ma un qualcosa che siamo certi non gradiranno tutti.

IL POTERE DI UN CAST IMMENSO

Ormai ci siamo persino stufati di affermarlo, ma House of the Dragon vanta un cast davvero convincente. In questo episodio spicca ovviamente Matt Smith, ormai sempre più in parte, e un Paddy Considine (Viserys) capace di dimostrarsi deciso, dolce, temibile e ingenuo allo stesso tempo. Una perfetta trasposizione del sovrano dei Sette Regni, che sicuramente verrà elogiata in futuro quando si parlerà di questo spin-off di Game of Thrones.

Per l’ennesima volta, inoltre, dobbiamo elogiare Rhys Ifans, interprete di un Otto Hightower che fonde alcuni tra i personaggi migliori de Il Trono di Spade. Un po’ Ditocorto, un po’ Varys e un po’ Tywin Lannister, Otto appare onesto, per poi lasciarsi andare in sguardi subdoli, corretti rapidamente da parole che ci lasciano il dubbio sulle sue reali intenzioni.

House of the Dragon tratta il tema della figura della donna in un ambiente ostile quasi quanto il mondo reale. I desideri di Rhaenyra sono i desideri di moltissime donne dei nostri tempi, rallentate e sabotate dalla società sin dall’alba dei tempi. Il bello dello show di HBO è però quello di non cadere nella becera morale, ma nel trattare questi argomenti con precisione chirurgica, mantenendoli ancorati allo stile "intrighi e tradimenti" da sempre amato ne Il Trono di Spade. Siamo di fronte a un grande show, che ci auguriamo possa continuare in questo modo fino al decimo, ultimo, episodio.

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