House of the Dragon 1×02 “The Rogue Prince”: la recensione

House of the Dragon continua sulla ottima strada intrapresa dal primo episodio dello show tratto dal romanzo di George R. R. Martin

Condividi

La recensione di House of the Dragon 1×02, episodio intitolato The Rogue Prince, disponibile su Sky e NOW

Per confrontarvi con altri appassionati della saga, vi segnaliamo la pagina Game of Thrones – Italy.

La campagna pubblicitaria di House of the Dragon ha insistito molto sul budget della produzione, evidenziando più volte la presenza dei draghi all’interno dello show. Una scelta bizzarra, probabilmente intrapresa per trasmettere al grande pubblico l’intenzione degli autori di fare sul serio. L'intenzione di dare vita a una serie importante sotto tutti i punti di vista. Eppure, anche nel secondo episodio disponibile ora su Sky e NOW, a fare da padroni sono ancora una volta i dialoghi e i personaggi, scritti con innegabile maestria e in grado di tenerci incollati per tutti i 51 minuti della puntata.

Ma c’è davvero bisogno degli effetti speciali per dare vita a un grande show?

La risposta è chiaramente negativa, visto quanto portato in scena da Ryan Condal e da George R. R. Martin. Certo, i draghi fanno qualche comparsa (dimostrando tra l’altro una CGI altalenante), ma è quando gli uomini interagiscono tra di loro che si percepisce il vero potenziale del mondo fantastico ideato dallo scrittore americano. Un mondo fatto di intrighi e tradimenti. Di alleanze e di guerre. Di uomini e, fortunatamente, di donne.

https://www.youtube.com/watch?v=Om-JvLXS5xM

AZIONI E REAZIONI

La trama di questo secondo episodio riprende quanto visto una settimana fa, con Daemon Targaryen allontanato da Approdo del Re e la principessa Rhaenyra incoronata futura erede del Trono di Spade. Una scelta che non sembrano aver apprezzato in molti, tra i quali anche Corlys Velaryon, membro del Concilio Ristretto. Il re Viserys è ancora traumatizzato dalla morte della moglie e del suo giovane figlio, ma viene invitato a decidere presto la sua futura sposa che possa dargli un erede, possibilmente maschio.

Non entriamo più nel dettaglio per evitare di rovinarvi l’esperienza, ma sappiate che i colpi di scena non mancheranno e che, finalmente, si vedono le conseguenze di alcune azioni prese. Dopotutto, nonostante la serie sia ambientata quasi 200 anni prima di quanto visto in Game of Thrones, le persone sono sempre le stesse: imbrogliano, rubano, mentono e farebbero qualsiasi cosa pur di raggiungere i propri scopi. Ed ecco che House of the Dragon pesca a piene mani dai migliori episodi della trasposizione delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco per dare vita a una storia dal ritmo ponderato e cadenzato.

Le azioni avvengono quando devono avvenire, permettendoci di conoscere i personaggi, la loro psicologia e il loro peso all’interno del mondo ideato da Martin. Non c’è la fretta di voler mettere troppa carne al fuoco per non annoiare lo spettatore. Non ce n’è bisogno. House of the Dragon procede implacabile e possente come un drago, risultando altrettanto maestoso nella messa in scena.

UN’OPERA COMPLETA

Nonostante i già citati piccoli problemi di CGI, la serie in onda su Sky e NOW mette continuamente in mostra lo sforzo produttivo di HBO. Gli ambienti sono ricostruiti maniacalmente e i fan de Il Trono di Spade non ci metteranno molto a riconoscere alcune ambientazioni. I costumi sono curati nel dettaglio e il design di ogni singolo elemento spicca carisma da tutti i pori. Inutile dire che il colpo d’occhio è quindi decisamente riuscito, evidenziando il grande budget messo a disposizione per questa prima stagione.

Il tutto ruota attorno al punto di forza dello show: il cast. Ogni personaggio è perfetto nella parte che interpreta. Matt Smith e Milly Alcock sono sicuramente le due punte di diamante, dando vita a un Daemon e a una Rhaenyra Targaryen convincenti e determinati nei loro intenti. Non dobbiamo dimenticarci poi di Rhys Ifans, attore gallese divenuto noto al grande pubblico per la sua performance comica in Notting Hill, ma maturato costantemente anno dopo anno. Si respira Shakespeare quando i personaggi parlano tra loro e questo non può che fare un grande bene alla serie.

Un plauso, infine, alla nuova sigla creata appositamente per lo show, che pur non raggiungendo la leggibilità di quella de Il Trono di Spade riesce comunque a calamitare l'attenzione del pubblico.

La seconda puntata di House of the Dragon continua sulla scia del primo episodio. Condal e Martin stanno riuscendo nell’impresa di dare vita a una serie memorabile, in linea con i migliori episodi di Game of Thrones. Se non avete ancora cominciato a vedere questo nuovo show, non perdete altro tempo e rimediate quanto prima. Che siate o meno fan del materiale cartaceo di Martin, le avventure della casata Targaryen sapranno infilarvisi sottopelle e tenervi incollati per tutta la durata di ogni puntata. E fidatevi: dopo aver visto i primi sei episodi possiamo dire tranquillamente che il bello deve ancora arrivare.

Continua a leggere su BadTaste