House of Cards 4x09 "Chapter 48": la recensione

Nono episodio della stagione per House of Cards, conosciamo meglio i Conway

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Spoiler Alert
House of Cards negli anni ci ha abituato a mettere gli Underwood da una parte, con le loro bassezze e le loro falsità, e tutti gli altri politici e politicanti vari in un cerchio a parte. Più o meno, perché i giochi di potere, i compromessi ci sono ovunque, e nemmeno per un secondo la serie si sogna di dipingere il resto dei rappresentanti come ingenuamente onesti. Piuttosto, si sceglie di giocare con il contrasto con la capacità degli Underwood di andare sempre un passo oltre l'immediata praticità e linearità degli altri candidati. Dean Austen lo scorso episodio ne è stato l'esempio lampante.

Tutto questo genera un certo meccanismo, quasi per abitudine, nel quale in ogni momento in cui gli Underwood si rivolgono a qualcuno siamo pronti a credere che l'altro si beva qualunque cosa, perché "troppo inferiore" rispetto ai protagonisti. Per questo motivo il colpo di scena in conclusione di Chapter 48 è così giusto e riuscito. Perché, oltre a mettere un po' di sabbia negli ingranaggi nel piano per far diventare Claire vicepresidente, ribalta una prospettiva data troppo per scontata fino a questo momento. Catherine Durant ripaga Francis con la sua stessa moneta, candidandosi a ultimo ostacolo di questa quarta stagione.

I giochi in vista della Convention si fanno più esaltanti e coinvolgenti. Le logiche della democrazia che si piegano al puro spettacolo, e House of Cards è lo show che riesce a portare tutto ad un livello successivo, giocando su quei limiti che lo status di fantapolitica gli garantisce, e di cui avevamo già avuto un assaggio nel quarto episodio di quest'anno. Funziona? Sì, assolutamente. Nella bolgia delle primarie in cui Claire, prima silenziosamente, poi sempre con più convinzione, riesce a farsi strada tra i candidati fino a insidiare la stessa Durant, la serie ritrova quel sottile piacere per gli intrighi e le macchinazioni che si era un po' perso negli ultimi tempi.

Lo scorso anno eravamo stati abituati ad una serie che poneva il risultato al di sopra delle mosse necessarie per arrivarci, e spesso questo non ci ha soddisfatto. Primo, perché le macchinazioni sono la parte più interessante e divertente della serie, secondo, perché noi vogliamo con tutte le nostre forze che gli Underwood vincano. Al di là di qualunque considerazione morale, che qui tanto non è importante. Gran finale, nulla da dire. E, prima di quello, l'incontro tanto atteso tra Underwood e Conway, una sfida che probabilmente dovremo portarci dietro per qualche tempo, e che si presenta nel migliore dei modi.

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