House of Cards 4x06 "Chapter 45": la recensione

Sesto episodio della quarta stagione per House of Cards: lo scenario internazionale al centro della storia

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Spoiler Alert
L'idea di un episodio speciale ambientato nella mente di un protagonista in lotta tra la vita e la morte non è certo una novità. I Soprano, Lost, recentemente The Leftovers e chissà quanti altri. House of Cards non esagera in questo senso, e le incursioni nel limbo in cui si trova Francis sono soltanto piccole scene sparse qua e là in un episodio che per il resto racconta molto altro e molte altre situazioni importanti. Sta di fatto che rappresentano un quadro più che mai sincero, anche se allucinato, di ciò che passa per la mente del protagonista della serie, dei fantasmi (in tutti i sensi) del passato che lo tormentano ancora e ancora, nonostante la corazza che siamo abituati a vedere.

È un episodio fondamentale, tanto nell'avanzare della trama quanto nel rapporto storico tra Francis e Claire. Lucas di fatto ha ottenuto l'effetto completamente opposto a quello voluto, e non avrebbe potuto scegliere un modo migliore per favorire, nonostante il pericolo mortale nell'immediato, il suo nemico. Seth Grayson trova infatti il modo di salvarsi rivelando il contatto avuto tra Lucas e la Dunbar. L'altra candidata democratica, favorita nella corsa finale, ne viene travolta. Magari non ci saranno accuse plateali e concrete nei suoi confronti, anche perché non ha fatto nulla di grave, ma la sua immagine ormai è del tutto sporcata dal sospetto. Non è un caso che già all'orizzonte il nome di Will Conway, candidato di punta dei repubblicani, sia pronto a rimpiazzare quello della Dunbar come avversario nella corsa alla Presidenza.

Ulteriore e imprevedibile effetto è stato il riavvicinamento tra Francis e Claire. Era dal rinnovo della promessa di matrimonio che i due non erano così vicini e pronti a sostenersi l'uno con l'altro. In mezzo a tutte le strade possibili la scrittura ha scelto quella del trionfo più eclatante per Claire, che ha rischiato, scavalcando tutto e tutti, andando oltre ogni prerogativa che le spettava e, per dirla in gergo sportivo, portando a casa il risultato. Il summit del G7 è un successo, per quanto faticoso. Petrov accetta suo malgrado l'ingresso di privati cinesi e statunitensi sui giacimenti di petrolio in Siberia, fondamentale per dare da un lato respiro all'aumento del prezzo dei carburanti in America, e dall'altro per smuovere gli accordi sul prestito del FMI alla Russia. Francis, ripresosi, non mostra cenno di rabbia per essere stato completamente scavalcato, ma anzi chiede scusa a Claire rimangiandosi le parole durissime del finale della scorsa stagione.

Fin dall'inizio la stagione ha giocato sul concetto di distanza, fisica e non solo, tra gli Underwood, ora separandoli, ora riunendoli. Uno schema portato avanti con progressione sempre maggiore e con sempre maggiore intensità, che qui raggiunge il suo picco in quello che ci viene presentato come il compromesso definitivo. Ma, attenzione, pur sempre un compromesso. Le parole di Claire non cambiano ciò che è accaduto, ed è emblematico il momento in cui lei rifiuta di parlare per telefono con il marito appena ripresosi, preferendo continuare la trattativa con Petrov. Claire sa di aver rischiato molto, e possiamo immaginare una reazione diversa di Frank in caso di esito diverso. E, dall'altro lato, rimane sempre la freddezza di Claire di fronte alla prospettiva di perdere Francis. Due forme diverse di male e di distacco emotivo quelle incarnate dagli Underwood, ed è difficile intravederne i contorni. Ma questo rimane il punto centrale della serie ed è anche giusto che sia così.

Per tornare all'inizio, rivediamo Kate Mara e Corey Stoll nei ruoli di Zoe Barnes e Peter Russo: bello come non ci sia bisogno di parole e frasi ovvie per sottolineare come Francis sia prigioniero delle sue passioni.

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