House of Cards 4x02 "Chapter 41": la recensione
Un secondo episodio migliore della première per House of Cards, che rimette in scena alcuni protagonisti del recente passato
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La manipolazione come linguaggio base. Questo è Francis, lo è sempre stato, ma la carica presidenziale gli ha dato una nuova voce con la quale esprimersi. Ecco quindi che il discorso allo Stato dell'Unione, culmine di Chapter 41, diviene occasione per indirizzare almeno tre diversi messaggi ad altrettanti destinatari. Il primo è la Nazione stessa, e qui si tratta di pura campagna elettorale in vista delle primarie e quindi delle presidenziali: il protagonista evidenzia i passaggi chiave nella distensione in politica internazionale, la ripresa del Paese, addirittura il valore aggiunto della first lady (che, a memoria nostra, in realtà aveva fatto più danni che altro).
Il terzo, e più importante almeno nell'economia della serie, destinatario è ovviamente Claire. Riuscire a vincere la personale sfida con se stessa nell'indossare l'abito che la madre le aveva sconsigliato rimarrà l'unica breve e puerile soddisfazione della first lady, che per il resto – con una mossa di scrittura davvero interessante per quanto, conoscendo Francis, forse prevedibile – si vedrà scavalcare palesemente nel tentativo di candidarsi al distretto che aveva scelto. Il palese endorsement del Presidente di fronte alla nazione per la candidatura della figlia di Doris Jones mette Claire con le spalle al muro. Questo è Francis. Un'altra persona avrebbe agito diversamente, avrebbe assecondato una donna furiosa e pronta a tutto per ottenere un riconoscimento. Ma già lo scorso anno il protagonista con il proprio atteggiamento nei confronti di Jackie e Claire aveva dimostrato di non conoscere cautela e mezze misure. E questo, bisogna riconoscerlo, fa senza dubbio parte del suo carattere da sempre.