Hotel Transylvania 2, la recensione
Genndy Tartakovsky torna con il suo tratto spigoloso nell'albergo di mostri gestito dal Conte Dracula. E' Hotel Transylvania 2, sequel parecchio divertente
Per il Conte Dracula non ci sono dubbi: suo nipote si può chiamare solo Denisovic.
Dracula dunque come Spencer Tracy di Indovina Chi Viene a Cena (1967) e Robert De Niro di Ti Presento i Miei (2000): un padre apprensivo più ipocrita di quello che il finale del bellissimo primo episodio del 2012 ci aveva fatto pensare quando sembrava che il mondo dei mostri e quello degli umani potessero andare anche d'accordo.
E invece ecco in Hotel Transylvania 2 uscire fuori tutte le idiosincrasie del capo famiglia vampiro, il quale non vuole proprio credere che il nipotino Dennni... pardon Denisovic possa anche non essere un vampiro.
Sentiremo battute sofisticate come: "Se non diamo una mano a Denisovic... come farà a trovare il suo mostro interiore?" mischiate a gag più semplici come quella che coinvolge un gioco di parole legato al bluetooth.
Bellissima l'apparizione finale di un parente del Conte Dracula ancora più old school di lui per quanto riguarda il rapporto con gli umani. Insomma... il sequel è molto divertente per come gioca con la tradizione horror (senza poter utilizzare troppo l'iconografia ufficiale dei Mostri Classici visto che sono proprietà Universal; questa produzione è Sony/Warner) inserendo queste dinamiche dentro una commedia familiare sincera, scritta molto bene e con più di una bella scena d'azione. Il regista Genndy Tartakosky conferma ancora una volta di essere un grande talento.
E dire che questo è solo il suo secondo lungo.