Homeland 8x10 "Designated Driver": la recensione
Il miglior traguardo raggiunto dall'ultima stagione di Homeland è quello di aver concentrato tutte le ultime energie sul racconto di una storia serrata
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Il miglior traguardo raggiunto dall'ultima stagione di Homeland è quello di aver concentrato tutte le ultime energie sul racconto di una storia serrata. Non era scontato. Poteva essere una stagione inutile, gravemente incentrata sull'elaborazione personale di Carrie di quel che aveva fatto, magari con qualche trama internazionale scollegata in sottofondo. Invece lo show gioca il tutto per tutto, scatena la peggiore crisi internazionale della serie, esagera molto. Perde in verosimiglianza, ma è un prezzo che si paga volentieri di fronte a ore serrate come quelle di Designated Driver.
Il prezzo è quello di conoscere il nome della talpa di Saul al Cremlino. Un prezzo che Saul non pagherebbe mai, quindi è inutile chiederlo a lui, ma che forse Carrie potrebbe accettare. La protagonista si fa arrestare e viene portata fuori dal paese, anche se – in una delle rare intuizioni giuste di Jenna – questo potrebbe essere ciò che vuole. Ma il volo di Carrie si incrocia in un montaggio serrato con un nuovo evento carico di tensione. Jalal obbliga Balach a uccidersi per salvare la propria famiglia. L'esplosione che non vediamo uccide il gruppo delle forze speciali che il Pakistan stava rilasciando per allentare la tensione.