Homeland 8x04 "Chalke One Up": la recensione
All'ottava e ultima stagione, senza più nulla da dimostrare, Homeland trova ancora il modo di stupire.
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All'ottava e ultima stagione, senza più nulla da dimostrare, e probabilmente senza più frecce al suo arco, Homeland trova ancora il modo di stupire. E non è tanto una sorpresa contenuta nell'intreccio, che anche in questo episodio sembra quasi anticipare i suoi esiti catastrofici, quanto nella capacità di saper ancora elaborare la tensione del racconto. Come la scorsa settimana, quando tutto questo si giocava nel momento molto teso fra Haqqani e suo figlio. Qualcosa che riusciva a colpire lo spettatore e che non riguardava nemmeno uno dei personaggi importanti della serie. Anche in Chalke One Up, ma più in grande, succede questo.
Tuttavia, in un clima di festa in cui tutto sembra celebrare il raggiungimento dell'obiettivo, ogni scena è un monito di quel che avverrà. I talebani sono tra le strade, Samira li incontra, gelati sono offerti, selfie sono scattati, e tutto parla di una promessa di pace per quella che viene definita come "la guerra più lunga". Carrie in tutto questo non è nemmeno protagonista centrale, la sua figura attraversa l'intreccio sostenendo ogni storyline, ma senza soffermarsi troppo su ognuna di queste. C'è un momento importante in cui il presidente si congratula con lei, e un altro in cui la proclamazione della tregua alla base militare ci viene mostrata attraverso uno schermo che Carrie guarda per strada, e ancora il salvataggio di Samira.