Homeland 7x04 "Like Bad at Things": la recensione
La recensione del quarto episodio della settima stagione di Homeland
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Homeland costruisce questa parentesi all'interno della più lunga storyline nell'arco di tutta la puntata. Ne carica la portata in gioco, ne visualizza gli schieramenti, gioca su un'idea di conciliazione appena accarezzata, addirittura evocando scenari in cui gli eventi erano precipitati. Chi comunica qui sa cosa c'è in gioco, sa che le cose potrebbero precipitare. Tutto sembra nella posizione ideale per risolversi al meglio, se non fosse che sfortuna, incompetenza, irresponsabilità si mettono di mezzo. Grilletto facile da una parte, informazioni manipolate dall'altra, il ferimento di un giovane diventa occasione per infuocare ancor di più gli animi delle persone coinvolte.
I movimenti nascosti di Wellington vengono infatti fuori, e Carrie è lì ad ascoltare la sfuriata della presidente, che vede mancarle il terreno sotto i piedi. Il resto della puntata è dedicato alle indagini di Carrie, un po' meno protagonista rispetto ai due episodi precedenti. La vediamo seguire con successo una pista che ricostruisce gli ultimi movimenti di Simone Martin, evidenziando la traccia di un recente pagamento che la collegherebbe all'omicidio di McClendon. Ci sono le solite schermaglie familiari, sempre meno interessanti in verità, ma qui si tratta di situazioni sullo sfondo, mentre il grosso dell'azione settimanale è quello rappresentato dalla vicenda di Saul.