Homeland 6×10 “The Flag House”: la recensione
La recensione del decimo episodio della sesta stagione di Homeland, intitolato The Flag House
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Ed è quindi soprattutto la Keane, che già dal suo primo incontro con Dar mostrava tutta la propria difficoltà a tener dentro la rabbia. La presidente non ce la fa più a giocare sulla difensiva, e quindi appare ancora più chiaro al suo avversario come la Keane abbia mangiato la foglia. Dar reagisce con cieca rabbia, mettendo in atto le minacce preparate nelle scorse settimane. Ci va di mezzo la memoria del figlio della Keane, morto in guerra, umiliato da un filmato opportunamente modificato e diventato in breve virale. Se in un primo momento l'idea è quella di controbattere con la verità, è chiaro fin da subito che, in un mondo in cui imperversano superficialità e notizie false, la semplice esposizione dei fatti farà cambiare idea a pochi.
Quindi Carrie stessa, che deve conciliare eventi più grandi con l'impulso materno alla protezione del proprio rapporto con Frannie. Ne farà le spese una deposizione importante, ma dai collegamenti e dal riavvicinamento finale con Quinn immaginiamo che Carrie tornerà in corsa per il gran finale. Che si avvicina, che ripropone Quinn in una posizione importante, ora che le sue indagini personali lo hanno portato a scovare la persona che spiava Carrie fuori dalla sua abitazione. L'episodio si chiude su un momento sospeso, aprendo le porte agli ultimi due episodi della stagione.