Homeland 6x05 "Casus Belli": la recensione
Homeland accelera grazie al miglior episodio visto nella sesta stagione
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Qualcuno dirà che si tratta del più grave attentato a New York dopo l'11 settembre, creando un piacevole corto circuito nella mente dello spettatore che assiste a qualcosa che ha da subito un grande valore storico. Parliamo chiaramente della "Storia" di Homeland. I tempi forse non coincidono del tutto, e apriamo con un commentatore tv che si lancia in una filippica contro i nemici dello Stato e la necessità di proteggersi, accusando platealmente la condotta isolazionista che il presidente Keane vorrebbe intraprendere. D'altra parte poco dopo vediamo proprio il presidente che, presumibilmente pochissimi minuti dopo l'esplosione, viene portata via in un luogo sicuro.
Tutto diventa ancora più familiare e piccolo nel momento in cui Quinn reagisce, forse troppo platealmente, ma ci può stare dato il personaggio, e dà l'impressione di avere degli ostaggi. Poco prima di essere messo fuori gioco, Quinn ottiene un senso e un riscatto nel momento in cui mette Carrie sulla buona strada, quella dei sospetti che aveva avuto nelle ultime settimane. L'episodio è molto veloce e godibile, segna chiaramente l'ingresso di Homeland nella fase centrale della storia stagionale. Sospetti e motivazioni nascoste si sprecano, ed è inutile elencare tutte le varie congetture (Dar Adal ovviamente, ma chissà). Quel che più conta è che la stagione ha trovato un motivo d'interesse.