Patti e accordi si fanno e disfano, e tutto è in superficie a nascondere una mancanza di fiducia più profonda, forse inevitabile dato il sistema geopolitico di cui stiamo parlando, ma comunque fonte di insicurezze. Un po' tutto questo, e qualcosa di più quando entriamo più sul personale, è
Homeland fino ad ora. E non è detto che sia un bene, dato che al terzo episodio della sesta stagione, intitolato proprio
The Covenant, è difficile individuare un perimetro sicuro nel quale ingabbiare le storyline dell'anno. Certo, qualcosa c'è e ci torneremo, ma manca ancora, o almeno speriamo di non averla ancora vista, la svolta decisiva che dovrebbe dare l'impulso forte alla stagione.
I personaggi in particolare. Abbiamo un sistema di relazioni e consigli celato come quello che intercorre tra Carrie e il presidente eletto. E questo elemento, per certi versi svincolabile da ciò che Carrie fa nel resto delle sue storyline, almeno per il momento, è ciò che deve unire sotto un'unica bandiera l'agire comune suo, di Saul, di Dar Adal, e in generale lo scacchiere internazionale. Quindi si insiste sul corridoio iraniano-coreano e la probabile violazione degli accordi sugli armamenti. Il segmento che vede Saul scendere in campo in prima linea per difendere l'equilibrio mediorientale così faticosamente conquistato è il più interessante dell'episodio.
Così come funziona il ruolo sempre ai margini, sempre fumoso di Dar Adal, che sa, ma per ora agisce in proprio, prendendo le misure. Di particolare interesse lo scambio poi tra Saul e sua sorella in cui si toccano diversi punti di vista sulla questione israelo-palestinese. È in questi momenti che
Homeland riesce a far convivere l'anima fantapolitica di una serie che ha raccontato la "sua" Storia da un certo punto in avanti, comprensiva di attentati e attacchi di una certa rilevanza, tra uccisioni sul suolo americano e attacchi alle ambasciate, con la "nostra" Storia.
Una storia in cui si citano le Torri Gemelle, Orlando, Putin, e dove – questo probabilmente andrebbe sottolineato – forse a questo punto gli autori immaginavano di trovarsi con un Presidente donna, anche se queste sono speculazioni che lasciano il tempo che trovano e in fondo non contano molto.
Quindi che mondo è quello di Homeland? Il mondo in cui Carrie, tra le altre cose, compie un grave errore di giudizio nello scorso episodio e rischia di mettere in una pericolosa situazione
Sekou, l'uomo che dovrebbe proteggere, ma riesce a salvarsi in corner muovendosi ancora una volta fuori dalle regole. Tutta questa mole di colpe, segreti, leggerezze varie, presto dovrà presentare il conto. E magari sarà proprio attraverso questa svolta che questa stagione troverà il suo senso e la sua lettura.