Homeland 5x10 "New Normal": la recensione

Homeland fatica a trovare un centro definito in questa stagione, mentre ci avviciniamo al finale

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Spoiler Alert
Ci sono tanti elementi che mettono alla prova la nostra pazienza e sospensione dell'incredulità nell'ultimo episodio di Homeland. Nonostante il titolo, New Normal, di normale c'è veramente poco tanto negli eventi in sé quanto nell'interazione tra i protagonisti, nel tempismo di certe svolte, nel modo in cui lo scenario internazionale si ripresenta rimettendo in gioco personaggi che latitavano da tempo. Ancora brucia la parentesi di Allison, peraltro lontana dalla conclusione, quando Quinn si ripresenta prepotentemente nella vicenda. Da un lato c'è molto per cui recriminare o alzare gli occhi al cielo quanto a credibilità del tutto, ma dall'altro ci sono anche momenti di riconciliazione intensi e a lungo attesi.

Quindi Allison. Che prende in giro tutto e tutti, o forse sono gli altri a prendere in giro lei. Non sarebbe la prima volta che Homeland gioca sulle nostre aspettative, portando i personaggi in luoghi a loro sconosciuti e poi tornando sui suoi passi con un colpo di coda. Magari la sfuriata – out of character – di Saul era una messinscena, magari l'idea di Dar Adal di concedere a Allison per il momento il beneficio del dubbio, quando invece con Saul non si era fatto molti scrupoli, è un abile mossa per scoprire qualcosa di più. Ammesso che ciò sia vero, i fili possono essere tirati solo fino a un certo punto. Mancano due episodi alla fine della stagione, ed è francamente difficile capire cosa ci abbia raccontato quest'anno Homeland.

Rimane da lodare l'impegno e il coraggio nel tirare in gioco un contesto internazionale così bruciante e attuale, ma al tempo stesso occorre sostenere un simile coraggio con una scrittura all'altezza, o che almeno abbia un nucleo ben definito. Cosa che qui manca. Non è la caccia a Carrie, non è la fuga di Saul, non è il tentativo di rimpiazzare Assad, e sicuramente non sono i terroristi incontrati da Quinn. O forse è tutto questo insieme, tante facce di una storia indefinita, che spinge i personaggi di qua e di là (Carrie che dopo giorni si ricorda di un certo Quinn, e immediatamente dopo quello rispunta fuori). Solo coincidenze e scelte poco ponderate.

D'altra parte i personaggi rimangono, e Carrie tiene la scena nei vari momenti in cui è costretta, o si costringe, a guardare e riguardare i filmati della tortura di Quinn. Homeland può ripartire, almeno nei due episodi conclusivi, da qui e dal momento in cui Carrie e Astrid trovano il prigioniero, per riprendere in mano una stagione che, dopo le grandi promesse iniziali, si è persa per strada.

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