Homeland 4x11 "Krieg Nicht Lieb": la recensione
Un solo passo al finale di stagione di stagione per Homeland, ecco cosa è accaduto questa settimana
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La seconda, più importante e influente per la storia, è il ribaltamento completo dell'atteggiamento di Carrie nell'affrontare gli eventi post-crisi all'ambasciata americana. Con l'allontanamento di Saul e degli altri dal Paese, l'agente rimane a raccogliere i cocci, consapevole di non poter fare molto per rimetterli insieme. "We lost, Quinn", confessa al suo collega/amico, nel tentativo di dissuaderlo dal compiere un gesto avventato. La reazione di Quinn, che si prende un posto sotto i riflettori come mai ne aveva avuti prima, deciso a giocare una parte fondamentale nella storia, e tutto il suo percorso fino allo showdown finale con Haqqani, sospingono ancora più in alto di quanto fosse l'asticella dell'incredulità, ma la tensione rimane intatta.
Il modo in cui Carrie gestisce il momento di crisi in cui Quinn si prepara a far saltare in aria Haqqani, di fatto consegnandosi ad un'inevitabile rappresaglia, fa il pari con il rapimento di Saul. Si può reagire in un modo o in un altro, optando ora per l'azione, ora per la prudenza, ma c'è sempre una base istintiva nelle motivazioni di Carrie. E non è un caso che, dopo tutto ciò che ha fatto e ha rischiato in prima persona per impedire a Quinn di compiere il suo proposito, lei stessa sia presa dalla tentazione di far fuoco su Haqqani. Questo poco prima che, a sorpresa, spunti fuori il volto di Dar Adal, a mischiare ancora una volta, ad un passo dal finale, le nostre certezze. Traditore o infiltrato? Tra una settimana il finale e tutte le risposte.