Homeland 4x04 "Iron in the Fire": la recensione
La quarta stagione di Homeland continua a convincere, nonostante un finale di episodio straniante
Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.
Carrie è un personaggio fortemente instabile, che traeva la maggior parte della sua forza dall'essere una donna forte, che comprendeva bene il suo lavoro e che si spingeva al limite nel portarlo a termine. Ma al tempo stesso non l'abbiamo mai vista in una posizione di potere: la sua influenza era limitata dalla fragilità della sua mente, dall'essere lei stessa uno strumento nelle mani della CIA. La quarta stagione ha cambiato, rischiando, questo equilibrio. Ora invece Quinn, Fara, il giovane Ayaan sono i mezzi nelle mani di Carrie, che alla spregiudicatezza di un tempo ha aggiunto anche una posizione di potere come mai ne aveva avute prima. Ma l'instabilità è sempre lì, sempre pronta ad emergere.
Ma è solo una scena, per quanto collocata alla fine della puntata, e non cambia molto nell'equilibrio e nel parere positivo su questo avvio di stagione, ormai entrata nel vivo. Per il resto gli spunti sono ancora qui, e sono molto interessanti: l'esponente del servizio di intelligence pakistano ha un duro faccia a faccia con Saul, che scopre alcune delle sue carte e lascia montare la tensione tra i due fronti coinvolti. Gli agenti sul territorio intanto scoprono come l'attentato sia andato ancora peggio di come ritenuto fino a quel momento, e il prof. Dennis Boyd, marito dell'ambasciatrice Martha – che abbiamo scoperto essere una vecchia fiamma di Saul – inizia ad essere ricattato. Questo è l'Homeland che ci piace.