Homeland 3x07 "Gerontion": la recensione

Il miglior episodio della stagione, quello che sancisce la figura di Saul come protagonista della serie

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Dopo un prologo durato circa metà stagione, Homeland entra nel vivo del proprio terzo anno di programmazione e confeziona quello che è di gran lunga l'episodio migliore visto finora. Due "old men", come Saul definisce se stesso e Javadi, che si confrontano intorno ad un tavolo e pongono le basi per le nuove strategie spionistiche da seguire. E il resto vien da sé. Con l'assenza di Brody e della sua famiglia, con l'innesto di Carrie e delle sue problematiche personali all'interno della più grande vicenda legata al controspionaggio, la serie ne guadagna in ritmo, tensione, coinvolgimento, e il risultato è facilmente portato a casa.

Altre volte nelle stagioni precedenti abbiamo visto due soggetti, appartenenti a schieramenti diversi, dibattere, scontrarsi e mettersi d'accordo intorno ad un tavolo, e Homeland non poteva trovare modo migliore per marcare esplicitamente il definitivo passaggio di testimone da un protagonista ad un altro. Archiviato, o comunque relegato a personaggio di secondo livello, Brody, è assolutamente Saul il mattatore della stagione, con i suoi silenzi, il suo tono caldo e determinato, la sua sofferenza celata, così diversa da quella di Carrie.

Se da un lato è difficile credere ad una strategia spionistica che si riduca al segreto tra un direttore ad interim e la sua protetta, e che a poco a poco si allarghi ad altri soggetti, a strategie imposte chiudendo qualcuno in una stanza, a segreti su segreti tra stretti collaboratori e piani a lunghissimo termine, è anche vero che nulla di quanto visto in questo episodio va contro la natura fantapolitica da sempre alla base di Homeland.

C'è spazio anche per qualche incursione nella vita privata: quella di Saul, che già era stata introdotta e che è decisamente più interessante e influente sul suo personaggio e sulla stagione rispetto a quella di Dana (bello anche il parallelo tra i suoi successi e sconfitte professionali e familiari), e quella di Quinn, che continua ad essere uno dei personaggi più sfuggenti e indecifrabili della serie, tra alleanze e collaborazioni varie e un presunto interesse per Carrie mai completamente esplorato.

Su questo si regge da sempre Homeland, sulla mancanza di totale definizione dei propri personaggi, alcuni gettati nella mischia, altri lasciati in panchina, ma tutti da sempre pronti ad intervenire nei modi più insospettabili. Dopo tanto tempo ci si ricollega all'attentato del finale della scorsa stagione, con un monito lanciato da Javadi, in procinto di ripartire come agente infiltrato. "Qualcuno che non è morto nell'esplosione come è stato detto": questo è tutto ciò che sappiamo dell'uomo responsabile della morte di più di 200 persone.

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