Homeland 3x05 "The Yoga Play": la recensione
Alla quinta puntata alcune storyline arrivano ad una svolta
Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.
Se le serie tv via cavo, tra le altre cose, ci hanno insegnato che, probabilmente, più di venti episodi a stagione sono troppi per mantenere una costante qualità, i prodotti inglesi hanno rilanciato la sfida, scendendo, in più di un'occasione, a 6-8 puntate all'anno per i propri show. Perché se sul fatto che la seconda metà di stagione di Homeland alzerà decisamente il ritmo siamo tutti d'accordo, non si può tralasciare, e liquidare come semplice "preparazione per il futuro", una gestione del minutaggio abbastanza discutibile fino ad ora. Il nucleo di Homeland è ancora intatto, ancora tutto da sfruttare, ma rimane al palo, come Brody, in favore di sottotrame meno interessanti come quella dei novelli Romeo e Giulietta (così vengono definiti nell'episodio: sorridiamo pensando che la carriera di Claire Danes partì proprio da Romeo + Juliet).
Questo per quanto riguarda i dolori. E le gioie? Saul Berenson è diventato il protagonista della serie, ed è un ottimo protagonista, che sfrutta la recitazione più misurata di Mandy Patinkin, il suo contrapporsi, emotivamente in primo luogo, ai bravissimi, ma molto caricati nelle loro espressioni, Danes e Lewis. Abituati a veder urlare il proprio dolore da parte dei due, la silenziosa sopportazione e sofferenza di Saul di fronte alla perdita di un posto che sentiva già suo, all'inversione di rotta dell'agenzia rispetto ai propri metodi, alla relazione extraconiugale della moglie (purché non diventi la trama sostitutiva di quella di Dana), sono una boccata d'aria fresca. Funzionano anche le meccaniche doppiogiochiste messe in atto da Carrie e soci (e in fondo non sorprende troppo, conoscendo il personaggio, il rischio che l'agente accetta pur di dare una mano alla figlia di Brody). In particolare poi è interessante rivedere Quinn in un ruolo da co-protagonista (strano personaggio, sempre sul punto di diventare centrale e puntualmente rigettato agli angoli dalla scrittura). Buona anche la scena del sequestro finale. Ricapitolando: niente più Dana on the road, e finalmente Carrie e Javadi l'uno al cospetto dell'altro. Anche questa settimana Homeland sembra sul punto di fare sul serio, sperando che stavolta ci riesca davvero.