Home, Sweet Home! vol. 1, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo numero di Home, Sweet Home!, opera di Yu

Nella vita spaccio libri e fumetti e mangio piadina e refusi.


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Home, Sweet Home! è una serie di quattro numeri scritta e disegnata da Yu, mangaka scomparsa nell'estate del 2017, nota per aver illustrato il romanzo e l’adattamento manga di Wolf Children, opera di Mamoru Hosoda. In questo suo lavoro la morbidezza dello stile di disegno si scontra con la crudezza delle tematiche, trovando un accattivante equilibrio.

Da cinque anni una guerra sconvolge il Giappone. La gravità della situazione è subito resa evidente dalla lezione speciale che dovranno frequentare i ragazzi di terza media: una lezione di "guerra". Il venerdì, alla quinta ora, gli studenti nominati dovranno recarsi al fronte. Il Paese è in ginocchio, ma per gli abitanti di Aoshima questo è il primo vero contatto con ciò che sta accadendo sulle altre isole dell'arcipelago nipponico. Essendo una zona rurale, gli effetti del conflitto sono stati solo indiretti e ne sono un prova Miyako Aishima, studentessa di terza media che fatica a trovare gli ingredienti necessari per sfamare i suoi fratelli, e il compagno di classe Saku Futami, che nelle prime pagine del fumetto si lamenta della monotonia della sua vita.

Per Reina Shinokawa, personaggio schivo che non sembra interessato a stringere rapporti con gli altri, il contatto con la guerra è stato molto più diretto: arrivata da Tokyo, è stata costretta a trasferirsi per sfuggire agli orrori del conflitto. Quando viene detto loro che saranno costretti ad andare al fronte, i personaggi – così come accade al lettore – sono posti di fronte alla spietatezza e alle crudeltà di una società sconvolta, che costringe i più giovani a combattere una guerra contro qualcuno di cui non conoscono neppure la natura.

Il nemico, infatti, è rappresentato da una linea nera, chiamata Filo di ragno, che scende a picco dal cielo e arriva sulla terra ferma. Da questo primo volume non emerge chi siano davvero coloro che stanno mietendo vittime in Giappone, ma i piccoli dettagli forniti permettono di intuire che la guerra che si sta combattendo è più surreale di quanto si sarebbe potuto inizialmente immaginare.

I grandi assenti, in questo primo volume, sono gli adulti. Ne vediamo solo qualcuno (gli insegnanti, la madre di Saku di spalle, la signora che porta viveri sull'isola), che non sembra neppure troppo turbato dal dover mandare settimanalmente dei bambini, privi di un qualsiasi addestramento, sul campo a combattere un nemico spietato e sconosciuto. Così come non sembrano troppo sconvolti dalla notizia neanche alcuni degli studenti stessi che, al contrario, sperano di poter contribuire alla difesa della propria nazione; ad eccezione di Shinokawa, che la guerra l'ha vista da vicino.

I disegni dalle linee morbide e delicate e i visi dolci dei personaggi, inquadrati spesso in primo piano, rendono ancora più evidente il contrasto tra l’innocenza dei ragazzi e l’orrore della guerra. I personaggi sono i protagonisti della maggior parte delle pagine, ma sono rappresentati anche alcuni paesaggi in cui la natura viene minacciata dalla linea del Filo di ragno. Tra le tavole più belle ci sono sicuramente quelle dedicate al cibo, che acquisiscono un significato simbolico più profondo: preparare un pasto per qualcuno, nel momento in cui i viveri scarseggiano, diventa un gesto di affetto che non può essere dato per scontato.

Avendo primariamente una funzione introduttiva, questo primo numero ha il compito di incuriosire il lettore e, indubbiamente, riesce nell’intento. Arrivando alla conclusione dei primi capitoli della storia si rimane con una lunga serie di domande a cui dare risposta. Una miniserie dall'intreccio senza dubbio promettete, resa imperdibile dai bellissimi disegni di Yu.

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