Home - A Casa, la recensione
Così interessato a conquistare il pubblico infantile da sconfinare nel kitsch, Home non ha niente della raffinatezza della miglior animazione
Il problema del film, che si ispira al libro per l'infanzia di Adam Rex, è però tutto di scrittura, perchè Home - A Casa non trova mai una chiave di lettura originale ed è molto goffo nei suoi reiterati tentativi di fare dei Boov un oggetto del desiderio e della simpatia del pubblico. Il risultato di tutta questa dedizione nel raggiungere uno scopo è in sostanza un lungometraggio animato di serie B, somigliante alle produzioni non americane a costi più contenuti che, per sopravvivere nell'ecosistema del cinema, cercano nelle maniere più bieche di piacere.
La grande corsa dei due protagonisti (un umana che cerca la mamma e un Boov odiato da tutti) attraverso il mondo non riesce mai ad essere vera avventura ma più un viaggio nei sentimenti semplici. Lo spostamento è tutto funzionale alla creazione di un rapporto e anche le rare scene d'azione (come quella con la punta della torre Eiffel) sembrano pretestuose poichè manca quella sofisticazione narrativa che nei cartoni animati migliori aumenta la caratura di qualsiasi evento.