His Dark Materials – Queste Oscure Materie 3x05 “Senza via d’uscita”: la recensione

Arrivati al quinto episodio His Dark Materials affretta decisamente il passo per arrivare in tempo alle risoluzioni finali

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Spoiler Alert

La recensione del quinto episodio della terza stagione di His Dark Materials, disponibile su Sky e in streaming su NOW

Dopo il tragico finale del quarto, uno scenario paradisiaco apre il quinto episodio di His Dark Materials e come Mary Malone veniamo accolti nel meraviglioso mondo dei Mulefa, esseri miti ed intelligenti che si spostano pattinando su frutti simili a ruote. Grazie all’aiuto di Atal, l’astrofisica impara la loro lingua fatta di parole e gesti (interessante qui l’uso dei sottotitoli) ed ha modo di osservare la relazione simbiotica che le creature hanno con l’olio prodotto dai baccelli degli alberi. Attraverso una pietra d’ambra Mary scopre che è la Polvere a donare loro una coscienza, ma quella che lei conosce come Materia Oscura e che i Mulefa chiamano Sraf sta purtroppo scomparendo. 

È con questa rivelazione che lo scopo del suo viaggio si cristallizza: salvare i Mulefa ed il loro ecosistema, e come ciò la porterà a ricoprire il ruolo di Serpente resta tutto da scoprire. Dopo settimane passate a girovagare, in un solo episodio l’intera storia di Mary Malone finalmente prende forma e se di norma uno sviluppo improvviso risulterebbe affrettato, il montaggio è efficace nel mostrare il tempo trascorso senza rendere però gli avvenimenti meno avvincenti. 

Dai colori accesi del mondo dei Mulefa a quelli spenti della Terra della Morte, un luogo cupo e tormentato dove gli oggetti una volta appartenuti ai vivi ora formano le alte pareti della prigione dei morti. Prima ancora di vederle riusciamo a sentire le terribili carceriere, le Arpie, creature simili ad avvoltoi che si nutrono di paure e sensi di colpa e che tormentano i prigionieri con orribili visioni (rivedere Pan fa malissimo anche sotto forma di allucinazione).

L’intero mondo è una rappresentazione visiva molto toccante di come la depressione faccia sentire oppressi chi ne soffre: ciò che un tempo era bello si trasforma in un ricordo scolorito e i propri pensieri diventano le sbarre di una gabbia da cui sembra impossibile uscire. Se il potere delle storie come arma contro la tristezza è un concetto non certo originale, ciò non lo rende meno vero: Roger (Lewin Lloyd) ha ormai perso ogni speranza, ma grazie ai racconti di Lyra vediamo il suo volto illuminarsi e riprendere colore. In una serie che ha spesso preferito raccontare più che mostrare, l’uso teatrale che qui viene fatto della luce delle lanterne (che da fredde diventano calde) è un bellissimo esempio di storytelling visivo. 

I racconti dei due diventano un faro per tutti gli abitanti del Purgatorio e a farsi largo tra la folla ecco spuntare un cappello familiare: è l’Han Solo della serie, il sempre allegro Lee Scoresby, pronto a rendersi utile anche da morto. Forse è esagerato definirlo l’unico adulto di cui Lyra si sia mai fidata (e Ma Costa?), ma se serve ad enfatizzare il ritorno di Lin-Manuel Miranda non è il caso di lamentarsi. 

Lord Asriel non ha fatto altro che ripeterlo per tutta la stagione, ma è qui, nella Terra della Morte che si avverte davvero l’urgenza di distruggere l’Autorità, ed è nel discorso di un’anziana signora che si racchiude uno dei messaggi portanti della saga di Pullman: non sprecare la propria vita nella paura dell’Inferno o nella speranza del Paradiso, perché la stretta aderenza alle dottrine religiose non è altro che un mezzo che chi si trova al potere utilizza per esercitare il controllo sulle persone.

Una vita di obbedienza è quella di Padre Gomez, che nel mettersi sulle tracce di Mary Malone esce qui di scena fin troppo velocemente. Interpretato sempre al 120% da Jamie Ward, allo sviluppo di questo villain si è invece preferito quello noioso di Padre MacPhail. Fortunatamente questo episodio congeda anche lui, dandogli prima un ultimo "spiegone" da recitare e due omicidi da perpetrare (la Dott. Cooper e il Comandante Roke).

In generale la sottotrama del Magisterium non ha tenuto il passo con il resto della stagione, servendo solo per rimarcare le capacità di sopravvivenza di Marisa Coulter: scampata alla separazione (forse desiderata) dal suo dæmon riesce perfino a disinnescare la bomba che lei stessa ha contribuito a progettare, quando dal Cielo interviene Metatron, un mai così letterale Deus ex machina, a farla esplodere comunque. Si tratta di un dispositivo narrativo solitamente molto criticato, ma che nel caso di His Dark Materials non potrebbe essere più appropriato. 

Nota stilistica: l’episodio è diretto da Weronika Tofilska, ma le sequenze nel mondo dei Mulefa sono state interamente girate da Russel Dodgson, il supervisore degli effetti visivi, creando una diversa identità nella messa in scena di questo particolare segmento. 

E voi cosa ne pensate del quinto episodio? Commentate se avete un abbonamento a BadTaste+

L’ultima stagione di His Dark Materials – Queste Oscure Materie va in onda in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming su NOW ogni mercoledì. Trovate tutte le notizie sulla serie nella nostra scheda

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