Hilda (prima stagione): la recensione
La recensione di Hilda, nuova serie animata diffusa da Netflix
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Hilda è una bambina che vive da sola con la mamma in una casa lontano dalla città. Trascorre le sue giornate in esplorazioni avventurose dei dintorni, familiarizzando con le creature fantastiche che abitano nei boschi, nelle montagne, nei cieli. Infine, è costretta a trasferirsi con la mamma a Trollberg, la città più vicina. Inizialmente spiazzata da abitudini che non conosce, fa amicizia con altri bambini. Tuttavia per lei le avventure con le creature fantastiche non sono affatto terminate. Anzi, proprio a Trollberg il quotidiano e l'impensabile si mescolano giorno dopo giorno, e tocca a Hilda intervenire per aiutare sia gli umani che le creature magiche.
Le storie sono piccole perle dell'infanzia tenute insieme da alcuni spunti che, nelle puntate finali, tendono a creare una trama orizzontale. E su tutto traspare l'amore incondizionato verso l'ambientazione e il racconto. C'è molto delle meraviglie dell'animazione create da Tomm Moore con The Secret of Kells e soprattutto La canzone del mare. Dove in quei casi era il folklore irlandese a dare forma alle ambientazioni, e i personaggi erano incastonati quasi geometricamente nell'ambiente che li accoglieva, qui è la mitologia scandinava a farla da padrone. I troll e gli elfi, certo, ma ci sono anche altre creature a Trollberg, ed è un piacere osservare come la serie ce le mostra prima con paura, poi con meraviglia, poi con amore. E tutte loro saranno integrate in un'ambientazione scenica e narrativa sempre più ricca, in cui la magia entra con delicatezza nel quotidiano.
Recuperare questa piccola serie vuol dire farsi un regalo.