Highway to Hell, la recensione
Abbiamo recensito per voi il volume che raccoglie la miniserie Highway to Hell realizzata da Italian Job Studio per Panini Comics
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Questa è la trama di Highway To Hell, romanzo grafico ispirato da un racconto del tastierista dei Subsonica Davide “Boosta” Dileo intitolato Il Tramontatore, al quale si è unito il lavoro di adattamento dello sceneggiatore Victor Gischler (X-Men) e le matite della coppia Riccardo Burchielli (DMZ) e Francesco Mattina (Spider-Man 2099). Highway to Hell rappresenta la prima proprietà intellettuale sviluppata da Italian Job Studio, di cui gli artisti fanno parte insieme a Diego Malara (editor Panini) e ai disegnatori Giuseppe Camuncoli e Stefano Caselli. Inizialmente i capitoli della miniserie sono stati serializzati con periodicità mensile; in seguito Panini Comics ha deciso di riproporla in un unico volume cartonato “gommato”, veste editoriale che tanti ottimi riscontri sta raccogliendo.
Senza troppi giri di parole possiamo affermare che Highway to Hell rappresenta un tentativo di spingere il fumetto italiano oltreoceano (Dark Horse, infatti, lo riproporrà con il titolo di Hellbound). Per riuscire in questo, Italian Job ha puntato forte su atmosfere tipiche della narrativa americana: dall’ambientazione - la leggendaria Route 5 e tutto il carico di mistero e occulto che quel tipo di scenario porta con sé - ai protagonisti, senza tralasciare tavole calde, capanni che nascondono laboratori di metanfetamina e tanti altri caratteristici elementi derivati da letteratura, cinema e serie televisive.
Quello che non manca a questo poliziesco orrorifico dalle tinte thriller è il ritmo. Ed è un bene. La narrazione, infatti, scorre veloce, come una corsa spericolata sulla Route 5, senza eccessivi cali di tensione, ma sempre accattivante e avvincente. Quest’aspetto, unito a uno sviluppo lineare, e anche un po’ banale, della trama (troppo poco il twist narrativo che trasforma il cattivo in buono e offre la scena a quel caravanserraglio di entità malvagie che entreranno in azione), se da un lato permette di non creare ulteriori buchi o errori in fase di sceneggiatura rendendo godibile l'opera nel complesso, allo stesso tempo limita (volutamente?) un lavoro di approfondimento e caratterizzazione dei protagonisti, bloccando il loro sviluppo a tòpoi fin troppo abusati.
Atmosfere oniriche, invece, sono quelle che caratterizzano i flashback realizzati da Mattina. Il contrasto è evidente, visto anche lo stile realistico dell’artista, che permette di rallentare il ritmo della narrazione e regalarci attimi di intensa paura. Il tutto valorizzato dall’attento lavoro ai colori di Luca Saponti, abile nel non essere mai invasivo con le sue tinte e nel cambiare registro - e tavolozza - adeguandolo allo storytelling.
Highway to Hell resta un prodotto che trova la sua forza principale nella capacità di intrattenere, di tenere incollato il lettore dalla prima all’ultima pagina e di poter contare su una componente grafica superba. Scendendo più a fondo, emergono gli evidenti problemi di scrittura, troppo schiava di un mondo e una narrativa che non sono i nostri. Rimarcando questi limiti e reputando questo romanzo grafico un buon prodotto, non possiamo non domandarci perché, per approdare al mercato a stelle e strisce, risulti necessario utilizzare cifre stilistiche che non appartengono al nostro background culturale e artistico. I presupposti per crescere ci sono tutti, visti i nomi coinvolti: bisogna solo osare.