High School Musical 3: Senior Year

E' l'ultimo anno di liceo per i Wildcats: Troy, Gabriella e i loro amici dovranno fare delle scelte per il futuro. Con questo episodio cinematografico High School Musical diventa, finalmente, quello che dovrebbe essere: uno spettacolare musical...

Mi occupo di Badtaste dal 2004 con l'aiuto di un grande team.


Condividi

Recensione a cura di Andrea

TitoloHigh School Musical 3: Senior Year
RegiaKenny Ortega
CastZac Efron, Vanessa Anne Hudgens, Ashley Tisdale
Uscita31 ottobre 2008
La scheda con i trailer

Recentemente con Star Wars: The Clone Wars abbiamo visto come trasportare un prodotto televisivo sul grande schermo possa fare danni. Ma quando un fenomeno mediatico mondiale come High School Musical decide di trasferirsi al cinema per il suo ultimo episodio, ci si può aspettare ben altro, per lo meno dal punto di vista della qualità e dello spettacolo visivo.

E infatti il grande schermo è servito molto a High School Musical 3: Senior Year, trasformando il mediocre prodotto per teenager di Disney Channel in un grande, spettacolare musical cinematografico.

La storia, anche questa volta assolutamente banale e scontata, viene usata come pretesto per coreografie e momenti di grande impatto. I Wildcats sono all'ultimo anno di liceo: quale modo migliore per dirsi arrivederci se non un ultimo, grande musical? Troy (Zack Efron) e Gabriella (Vanessa Anne Hudgens) ancora una volta saranno i protagonisti, ma quando lei deve partire per uno stage alla Stanford University la perfida Sharpay (Ashley Tisdale), accompagnata dalla nuova e invadente assistente inglese Tiara (Gemma McKenzie-Brown), prende il suo posto. E così, mentre i Wildcats si interrogano sul proprio futuro e sul futuro della loro amicizia, il giorno del diploma si avvicina...

Come detto, la storia è un puro pretesto, e rimane il punto debole di questa produzione - se volete incolpare qualcuno, lo sceneggiatore è Peter Barsocchini. Essendo indirizzato principalmente a una massa di giovanissimi, High School Musical è e rimane un prodotto terribilmente stereotipato. In questo episodio siamo all'ultimo anno del liceo, e quindi i drammi dei giovani protagonisti sono quelli che tutti si aspettano: dirsi addio, non voler decidere sul proprio futuro, invitare una ragazza al ballo di fine anno (per il quale bisogna assolutamente essere eleganti, altro dramma), desiderare che il tempo si congeli (ma questo è più il dilemma nostalgico dei produttori che, ormai cresciuti, rimpiangono il liceo). Un intreccio assolutamente lineare e prevedibile, che ricorda in gran parte (e questa è una grande sorpresa che la Disney sicuramente non si aspettava) nientemeno che Bratz Movie, passato molto sotto silenzio l'anno scorso (e sicuramente ispirato, ironia, al primo episodio di High School Musical).

Nell'allegra scuola di Albuquerque tutti i ragazzi sono bellissimi, anche lo sfigato e quasi emo Jimmie (Matt Prokop); tutte le ragazze sono stangone alla moda, compresa l'inglesissima (e naturalmente insopportabile) Tiara. L'unica fuori dal coro è la cicciottella - eppure bravissima a ballare - Martha (Kaycee Stroh), che dovrebbe forse rappresentare la (pur enorme) percentuale di giovani americani obesi che alla fin fine non riescono a identificarsi nel muscoloso Troy o nella snellissima Gabriella. La scuola di Albuquerque è la rappresentazione di un moderno ideale disneyano, nel quale buoni e cattivi sono tutti bellissimi, ma questi ultimi sono anche "strani" - e non è un caso se il chiaramente effemminato Ryan (Lucas Grabeel, un futuro Jim Carrey) nei tre film della serie non fa altro che mediare, indeciso, tra i Wildcat e la perfida sorella Sharpay. Un mondo francamente inquietante, dove tutto va sempre a finire bene, dove a scuola si studia solo musica, ginnastica ed economia domestica e dove il vero dramma sul futuro del protagonista Troy è se fare il giocatore di Basket come vuole suo padre (!) o il cantante di Musical (e ovviamente il compromesso sarà una università Californiana dove si studiano entrambe le materie).

Ma tant'è: almeno in questo terzo film possiamo associare l'illusa spensieratezza e la positività di fondo ai grandi musical di Gene Kelly o Fred Astaire - e per fortuna sembrano essere stati proprio questi gli illustri riferimenti a i quali si è ispirato Kenny Ortega (potentissimo quanto inarrestabile regista Disneyano che in passato lavorò proprio con lui, Gene Kelly). Nonostante le musiche assolutamente insapori (ma che fanno il loro lavoro conquistando i teenager), il risultato sul grande schermo è un susseguirsi di brillanti numeri di ballo, cantati, eseguiti e girati in maniera ineccepibile. Alcune messe in scena si fanno davvero notare, come la sequenza nella casetta sull'albero o quella ambientata a Broadway (e qui i rimandi sono sia agli anni cinquanta che al recente premio Oscar Chicago). L'espediente di decontestualizzare in ambienti estremamente teatrali la maggior parte delle scene di ballo funziona, e permette coreografie davvero spettacolari e suggestive.

C'è da dire che il tutto è aiutato dalla grande duttilità di Ortega come regista (che passerà da un registro prettamente da musical cinematografico a uno - ahinoi - nuovamente televisivo, nelle ultimissime sequenze), e dalla bravura degli interpreti principali. Zac Efron sarà anche l'idolo dei teenager, ma è anche un ottimo attore e ballerino, così come rimane molto convincente la Hudgens. Restano caricaturali gli altri attori (come la Tisdale o Grabeel, ed è con loro che i riferimenti a Bratz Movie si fanno sentire di più), che purtroppo non si risollevano neanche in questo episodio.

Insomma, andando oltre alla trama insulsa, quello che salva High School Musical 3: Senior Year è il fatto che sia, finalmente, un vero musical. La speranza è che questo serva ad attirare i giovani verso un genere un po' tramontato che ha creato dei veri capolavori della Storia del Cinema...

Discutiamone nel Forum Cinema  

Continua a leggere su BadTaste