Heroes Reborn 1x03 "Under the Mask": la recensione
Terzo episodio per Heroes Reborn: i personaggi iniziano a collegarsi, ma la storia ancora non convince
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Ad esempio nel ritorno di alcuni personaggi, come Molly Walker o Noah Bennet, e chi ha visto il promo dei prossimi episodi sa che altri ne torneranno. Oppure nella stessa struttura dell'opera, che si rifà a quella del primo anno, quando venivamo sballottati da un luogo all'altro, seguendo storie che apparentemente non avevano nulla in comune e che però a poco a poco si collegavano l'una all'altra. Da questo punto di vista, si può stare abbastanza sicuri che un disegno comune emergerà e che ben presto vedremo un gruppo unito. Under the Mask già è un episodio molto più coeso dei primi due introduttivi. Alcuni personaggi, come appunto Noah e Molly, si ritrovano, scopriamo qualcosa di più sui cattivi della Renautas, e anche chi rimane ai margini, come la "katana girl" Miko e il suo amico Ren, sembrano sulla strada giusta per riunirsi al gruppo.
Quella della Renautas, vista ora attraverso gli occhi di Noah, ora attraverso quelli di Miko, che funziona molto meglio in versione non virtuale, è la parte migliore dell'episodio. Quella più carica d'azione se non altro, ma anche da questo punto di vista non tutto ha senso, come uno scontro con l'EVO Harris, in grado di clonare se stesso quando vengono tagliate parti del suo corpo (naturalmente una parte del suo corpo viene tagliata così possiamo vedere come funziona). Non è un potere del tutto logico come implicazioni e per come viene rappresentato, ma a dare molto fastidio è la violenza edulcorata. Nessuno ha detto che ci debba essere, ma nel momento in cui si fa una certa scelta visiva e narrativa bisogna avere il coraggio di andare fino in fondo senza fermarsi a metà. Comunque, sarà forse per un'innata simpatia per i personaggi orientali, la storia di Miko e Ren (indirizzati dai cattivi che, come da tradizione, non possono fare a meno di parlare a voce alta dei loro piani) si fa più interessante.