Hero

Dopo 2 anni dalla sua uscita in Cina e dopo il grande successo che questo film sta ottenendo negli USA, alla fine Hero dovrebbe approdare anche sugli schermi italiani. Il film di Zhang Yimou è uno spettacolo visivo quasi oltraggioso...

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I duelli, coreografati da Ching Siu-tung, sono esagerati, assurdi, le sequenze di guerra cariche e ridondanti, ogni scena è studiata per essere un piacere per gli occhi. E’ proprio questa esagerazione, questa insistenza sulla componente visiva l’aspetto migliore, che però, come insegnano i due nuovi capitoli di Matrix, da sola non sarebbe sufficiente per fare un film.
Oltre al fatto che Yimou ha molto più buon gusto dei fratelli Wachowski, in Hero (al contrario che in Matrix 2 e 3) la ridondanza visiva riempie una storia ben congegnata.
Nameless, un fortissimo guerriero interpretato da Jet Li, viene ammesso al cospetto dell’imperatore di Qin per aver eliminato tre feroci assassini che si opponevano ai suoi piani di conquista. Da qui comincia il racconto della loro sconfitta, abilmente suddiviso in sequenze grazie a un uso magistrale dei colori. In ogni sequenza si approfondiscono i rapporti che legano i tre assassini, la storia d’amore fra Flying Snow e Broken Sword. E alla fine traspare la componente politica, cara a Zhang Yimou (“Lanterne Rosse” era stato bandito in Cina per i suoi contenuti politici).
Tuttavia la storia pur essendo ottimamente costruita resta modesta, e risulta difficile appassionarsi alle vicende di Eroi completamente distanti da noi. Inevitabile il confronto con La Tigre e il Dragone, forse meno spettacolare ma più intenso e umano. Ma se l’intento principale di Yimou era quello di creare composizioni visive e cromatiche di forte impatto, il suo obiettivo è del tutto riuscito. I combattimenti spesso non sono funzionali alla storia, talvolta anzi vengono solamente immaginati dai protagonisti, ma anche se fini a sé stessi sono del tutto apprezzabili. Il personaggio di Moon addirittura, pur comparendo spesso, non ha alcun ruolo nella storia, ma è inserito solo per mostrare la bellissima Zhang Ziyi e creare fantastiche scene grazie alla sua presenza (il combattimento contro Flying Sword in mezzo alle foglie gialle).
Dal punto di vista tecnico, ottima fotografia e ottimo sonoro. Lasciano a desiderare in certi punti gli effetti digitali.
Colonna sonora suggestiva, ma decisamente troppo simile a quella de La Tigre e il Dragone, e infatti sempre opera del premio oscar Tan Dun.
Aspettiamo dunque di riuscire ad avere questo film da noi al cinema, e in seguito aspettiamo The House of Flying Daggers, l’ultima opera di Zhang Yimou, continuazione ideale di Hero.
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