Here They Lie, la paura non basta - Recensione

Here They Lie non riesce ad essere all'altezza di quanto promette: la recensione di uno dei titoli di lancio di PlayStation VR

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Gli horror sono il genere più “semplice” per la realtà virtuale: immergendo completamente il giocatore in un mondo fatto di incubi, mostri e terrore, gli sviluppatori possono permettersi esperienze non troppo complesse ma di sicuro effetto. Se Until Dawn: Rush of Blood si basa sui classici canoni del gore anni ‘80, Here They Lie cerca un approccio più complesso, costruendo un mondo che, almeno in teoria, si ispira agli horror psicologici di lovercraftiana memoria.

The Tangentlemen, il team dietro al gioco, ci trasporta in una città surreale, tutta virata sul bianco e nero dove, oltre a un vago senso di paura, dovremo pure fuggire da una serie di creature non proprio amichevoli. Here They Lie prova a fare una cosa molto complessa: permette di muoversi liberamente nel mondo di gioco usando lo stick sinistro del DualShock per camminare e, ovviamente, mappando lo spostamento della testa tramite Playstation VR. La combo è rischiosa perché quando i due movimenti non sono calibrati alla perfezione il rischio nausea è subito dietro l’angolo, soprattutto per chi soffre già di mal d’auto o patologie simili. Chi scrive - nonostante un’infanzia passata a vomitare sui sedili posteriori di tutti i bus in tutte le gite scolastiche - ha lo stomaco abbastanza forte ma altre persone cui abbiamo fatto provare il gioco hanno lamentato malesseri di vario grado.

[caption id="attachment_162839" align="aligncenter" width="600"]Here They Lie screenshot Here They Lie - screenshot[/caption]

Si tratta di un problema totalmente soggettivo ma appare comunque evidente che The Tangentlemen forse non l’ha considerato importante come avrebbe dovuto. L’unico tentativo di correggere la questione risiede nel cosiddetto Stutter Turn ovvero una tecnica che permette, alla pressione di L1 o R1, di svoltare la telecamera di 45 gradi secchi a sinistra e destra. Il sistema permette di rendere il gioco meno fastidioso ma sulle prima appare piuttosto difficile da dominare e, soprattutto, non facilita l'immedesimazione.

"Here They Lie sembra non arrivare alle sue stesse ambizioni, come se The Tangentlemen non avesse chiarissimo come usare al meglio Playstation VR e l’immersione garantita dalla realtà virtuale"

Passando al fronte più strettamente ludico, Here They Lie si propone come un horror dalle forti tinte psicologiche: la paura non è tanto in quello che si vede ma in ciò che percepiamo. La città senza nome è un luogo inquietante, doloroso, le cui ombre celano orrori difficili da immaginare. La scelta di lavorare solo su tre colori, il bianco, il nero e il rosso del sangue appare interessante all’inizio ma, avanzando, svela tutti i limiti di un team forse non abbastanza ispirato. Le suggestioni buie dei primi minuti di gioco ben presto si risolvono nei più classici spaventi da salto sulla sedia mentre l’esplorazione si fa spesso tediosa e poco interessante. Here They Lie sembra non arrivare alle sue stesse ambizioni, come se The Tangentlemen non avesse chiarissimo come usare al meglio Playstation VR e l’immersione garantita dalla realtà virtuale.

Il risultato è un gioco spurio, che si lascia attraversare in due/tre ore scarse e lascia molto poco al giocatore. Forse in futuro, quando la tecnologia sarà più matura potremo assistere a esperimenti migliori, per adesso Here They Lie non è all’altezza di quello che promette e, anzi, pare cedere malamente a limiti di gameplay e tecnico che non ci saremmo aspettati da un titolo nato e pensato per mostrare le potenzialità di Playstation VR.

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