Hellboy: The Golden Army

Hellboy e i suoi colleghi dell'agenzia per il paranormale devono affrontare una civiltà considerata scomparsa. Intelligente, visionario, divertente e magnifico. Insomma, un film straordinario...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloHellboy: The Golden ArmyRegiaGuillermo Del ToroCast

Ron Perlman, Selma Blair, Doug Jones, Jeffrey Tambor, Luke Goss, Anna Walton, John Hurt

scita16 luglio 2008

Hellboy non è una saga come le altre. Non si vede spesso, infatti, un regista che rinuncia a tante offerte allettanti per impegnarsi con un supereroe affascinante, ma certo non popolarissimo. Il primo film, benché superiore a tanti altri titoli simili, sembrava non aver espresso tutte le potenzialità che Del Toro poteva tirar fuori. Tanto che i risultati al botteghino sono stati interessanti, ma non certo così convincenti da spingere la Sony a dare il via libero al sequel. Compito che si è presa la Universal. Peraltro, chi scrive non è stato entusiasta de Il labirinto del fauno, visivamente strabiliante, ma con una storia e dei personaggi umani mediocri. Forse, si poteva pensare, è proprio con pellicole come Hellboy 2 che Del Toro è in grado di trovare la quadratura del cerchio.

Fin dall'inizio, con una meravigliosa fiaba/realtà descritta con un'animazione digitale che sembra un tradizionale passo uno per come sembra realizzata artigianalmente, verrebbe da pensare che Del Toro si stia portando avanti con il lavoro su Lo Hobbit, considerando la presenza di troll ed elfi. Ma c'è un altro collegamento, tutto personale, che si può fare con la saga del Signore degli Anelli. Il fatto è che o la memoria di chi scrive sta perdendo colpi o Hellboy: The Golden Army è la pellicola più bella tra tutti i blockbuster usciti dopo la trilogia di Peter Jackson. Senza fare distinzioni snob tra cinema d'autore e commerciale (non sarebbe proprio nella linea di Bad Taste), è evidente che quando si spendono grosse cifre per una pellicola i produttori cercano di cautelarsi smussando gli angoli e allontanandosi dagli estremi. Non questo film, perché Del Toro sa bene che le fiabe possono essere meravigliose e visionarie (qualità che abbondano qui), ma devono anche forzatamente essere un po' dark ed oscure per non scadere nel buonismo. E lode anche alla Universal, che dopo l'abbandono della Sony ha deciso di dare fiducia a questo regista con una saga che non prometteva risultati straordinari. Se le major scegliessero più realizzatori del genere per i loro blockbuster e meno onesti mestieranti come Louis Leterrier, vedremmo film migliori.

In effetti, non capita spesso (diciamo, quasi mai) di trovarci con una regia elegantissima e così sicura dei propri mezzi, tanto da non aver assolutamente bisogno, nelle scene di azione, di utilizzare il solito montaggio frenetico ed incomprensibile che va tanto di moda oggi. E se a livello tecnico tutti i reparti risultano aver svolto un ottimo lavoro, le scenografie di Stephen Scott sono, senza esagerazione, degne dell'Oscar. In effetti, rappresentano tutto quello che è il film, una fusione mirabile tra realtà di tutti i giorni e mondi fantastici inimmaginabili, esplicitata perfettamente in una scena in cui i due universi si collegano.

Magari qualcuno potrebbe sostenere che la trama non è originalissima, considerando le tante citazioni di pellicole fantasy e fantastiche. Ma nel modo in cui la racconta Del Toro, risulta quasi nuova e senza dubbio offre un piacere immenso allo spettatore.
D'altronde, con dei personaggi fantastici, sarebbe sbagliato farsi troppi problemi. Anche i cattivi, che spesso possono cadere nel macchiettistico, risultano tutt'altro che feroci, tanto da dar vita ad un'ambiguità notevole. Fa bene Hellboy a stare dalla parte degli umani o invece dovrebbe tornare al suo mondo originario, in cui non dovrebbe subire i giudizi degli altri ma sarebbe un re? Per quanto la risposta possa sembrare scontata e a favore degli umani, Del Toro, anche alla fine, non offre nessuna sicurezza sul fatto che il protagonista abbia compiuto la scelta giusta.

Il tutto è reso possibile da attori perfettamente in parte. Ron Perlman è ormai degno dello Schwarzenegger caustico dei tempi migliori (direi Commando), Selma Blair risulta coinvolgente anche in un ruolo che rischia di venir dimenticato e Doug Jones è talmente bravo da esprimere tutte le sue sensazioni anche con un trucco del genere. Inoltre, Anna Walton, nel ruolo della principessa, è una scoperta da tenere assolutamente d'occhio. E che dire dei mostri o dei tanti oggetti meravigliosi (roba da comprare i relativi gadget domani mattina, sempre che esistano), che non smettono mai di stupire? E se quando arriva il mostro enorme pensate a Cloverfield, aspettate di vedere la conclusione e poi cercate di chiudere la vostra bocca spalancata dall'ammirazione. Anche perché, Del Toro sa perfettamente che il digitale va utilizzato con moderazione e solo quando serve, senza eccessi. Qui, tutto è al servizio della storia e della sospensione dell'incredulità dello spettatore, con una sintonia di concreto e 3D ai limiti della perfezione.

Se avete paura che tutto questo possa sembrare troppo serioso, i momenti esilaranti non mancano e sono fantastici. Penso alle foto di Hellboy, a come viene gestito un bambino durante l'azione e ad una vecchietta che ha un rapporto particolare con i gatti (per non parlare di come la tratta il protagonista). Ma se riuscite a non ridere alla scena degli armadietti e a non pensare che siamo a livelli di puro genio, allora avete seri problemi. Tutto questo, peraltro, oltre a far divertire lo spettatore serve spesso anche per raccontare dei particolari importanti.
E quando, dopo tanto ben di Dio, ti viene da pensare che non sia umanamente possibile concludere degnamente questa pellicola e che un finale deludente sia dietro l'angolo, ecco che il regista mette la sua ciliegina sulla torta, con un perfetto mix di azione coinvolgente e sentimenti profondi.
 
L'unico difetto (piccolissimo) che riesco a trovare dopo molti sforzi, è che qualche canzone utilizzata non è sempre adattissima, tanto che in un paio di momenti sembra di vedere Shrek e considerando il tono del film non è una grande idea.

Ora, la domanda è cosa farà Del Toro con un eventuale Hellboy 3, perché essendo impegnato con il primo episodio de Lo Hobbit, almeno fino al 2011 non potremo goderci la prosecuzione di questa saga in caso di successo di The Golden Army. Quasi quasi, mi viene da sperare che non faccia il secondo capitolo de Lo Hobbit, ma poi soffrirei per quello. Che dilemma...
Da notare anche il titolo italiano, che non propone il numero '2', probabilmente per non scoraggiare quelli che non hanno visto il primo capitolo (e sono tanti). In realtà, non c'è nessun problema anche per loro, grazie ad una breve spiegazione all'inizio che basta ed avanza.

Insomma, senza ombra di dubbio il miglior film dell'estate finora. E per perdere il primo posto il 23 luglio, servirà una performance notevole da parte della concorrenza...

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