Hell on Wheels 1x08 "Derailed": il commento

Lo scontro tra i Cheyenne e gli uomini della ferrovia porta al riscatto di alcuni personaggi e al declino di altri...

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Ormai in vista del traguardo della prima stagione, Hell on Wheels traccia idealmente un solco profondo tra una prima parte di stagione più incentrata sullo sviluppo dei caratteri, ed una seconda finale in cui il senso di necessità storica comincia inesorabilmente ad imporsi sulle vicende individuali dei protagonisti. Lo scontro di civiltà è infine giunto, con la distruzione di quella fragilissima tregua che fino ad ora aveva guidato i rapporti tra i Cheyenne e gli uomini bianchi della ferrovia, e si tratta di uno scontro che porterà via con sè, insieme ovviamente alla pace, anche una serie di equilibri interni ai personaggi, destabilizzandone alcuni e costringendo altri a rinnovarsi e reinventarsi alla luce della nuova condizione che si è creata. In alcuni casi la capacità degli autori di giocare con le proprie creature, sempre alla ricerca di un posto nel nuovo mondo e di nuove opportunità, si è rivelata vincente, ma non sempre.

Se ad esempio la condizione di Durant, in particolare nel rapporto che lo lega a Lily Bell, restituisce una caratterizzazione decisamente più completa rispetto a quella del semplice "cattivo", quale il personaggio era apparso nelle primissime puntate, lo stesso non si può dire rispetto ad alcuni dei tantissimi comprimari, più sacrificati che altro. E' il caso del reverendo Cole, e della sua troppo repentina crisi mistica di fronte alla morte di varie persone dovuta al deragliamento di un treno causato dai nativi americani. O dei fratelli irlandesi McGinnes, dopo otto puntate due personaggi ancora in cerca di autore e di un ruolo nella storia. Va meglio alla ritrovata figlia del reverendo, che in una bella scena di confronto/scontro con il padre riesce finalmente ad emanciparsi dalla sua figura (un passaggio che, in un altro senso, potrebbe significare anche una maggiore indipendenza del personaggio rispetto a quella del reverendo, a cui finora era stata legata) o alla prostituta Eve che, dal rapporto con Elam a quello con Lily Bell, sta decisamente crescendo.

A proposito di Lily Bell, il cambiamento maggiore spetta a lei: la donna, tagliando ogni residuo contatto con le comodità della sua vita passata, ha deciso di staccarsi da Durant e di andare a vivere in mezzo al fango nell'accampamento infernale. Quello che viene fuori da tutto ciò è un affresco fatto di persone meschine, imperfette, ma profondamente umane, come lo Svedese che, da enigmatico e pericoloso personaggio al soldo di Durant, si è rivelato un misero approfittatore, un uomo inadeguato e, dopo averlo visto subire i colpi di Bohannon a inizio episodio, anche molto debole.

Sono gli sconfitti della Storia a riscattarsi invece e a tirare fuori quelle straordinarie capacità di adattamento che a causa dell'essere nati nel gruppo e nel momento sbagliato non hanno potuto sfruttare pienamente. Che si tratti di un uomo che ha combattuto una guerra dalla parte perdente, o di uno nato nella condizione di schiavo, o di un altro che ha dovuto rinnegare le proprie origini, il mondo nuovo si dimostra ricco di opportunità per queste persone. Cullen, dopo aver vinto uno scontro (verbale) con un ex soldato dell'Unione – bella dimostrazione di relativismo storico – si prepara con Elam Ferguson, ormai sua spalla fissa, e Eddie ad affrontare la minaccia indiana in pieno territorio nemico, in due puntate finali che si preannunciano decisamente promettenti...

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