Hell on Wheels 1x05, "Bread and Circuses": il commento
Personaggi con uno spessore sempre maggiore ma anche vari difetti nella quinta puntata di Hell on Wheels...
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Nel campo di costruzione intanto Durant comincia a far i conti concretamente con le sue ristrettezze finanziarie, evitando per un soffio una rivolta degli operai, capeggiati da un sempre più protagonista Elam Ferguson, in attesa della paga da una settimana. A far da spalla, consapevole o meno, è il nuovo capocantiere Bohannon, che in un primo momento cerca si calmare gli animi, salvo poi scontrarsi inevitabilmente con l'uomo di colore, dando libero sfogo alle tensioni che tra i due personaggi non si erano risparmiate fin dal finale della prima puntata. Durant si intromette abilmente nella disputa, facendone un vero e proprio incontro di lotta, quel panem et circenses che la stessa Lily Bell riconosce immediatamente come strumento per distrarre i lavoratori dalle paghe arretrate. Messi da parte per il momento i rancori e la sete di vendetta di Bohannon, è Ferguson l'uomo che ha qualcosa da dimostrare, che vuole prendere il controllo della sua vita e, inevitabilmente, è lui ad uscire vittorioso dallo scontro – che nella puntata si protrae comunque per troppo tempo – anche grazie all'aiuto del maggiore dei due fratelli irlandesi che sabota il sudista per vincere una scommessa.
Lily Bell intanto rivela a Durant di aver nascosto le mappe di suo marito che indicherebbero la strada per superare le Montagne Rocciose e che le consegnerà solo dopo aver ottenuto la parte che le spetta (a proposito del luogo dove si troverebbero le mappe, Durant poco prima afferma che Robert Bell aveva portato il suo segreto nella tomba e potrebbe non aver sbagliato di tanto...). Un altro personaggio finora di contorno vede emergere nel frattempo uno spettro dal passato: si tratta del Reverendo Cole, che si ritrova faccia a faccia con sua figlia, una figlia che, a giudicare dalla sua reazione, desiderava non rivedere mai più.
Un'altra dura giornata al campo passerà così, con qualcuno dei protagonisti più speranzoso, qualcuno a fare i conti con i suoi rimpianti o con i suoi lividi, ma tutti con qualcosa in più per la quale combattere e sempre più vicini a raggiungere il loro obiettivo, quale esso sia. Nel frattempo l'indiano che abbiamo visto all'inizio ha finalmente compiuto la sua veglia dolorosa e la visione è infine arrivata. Purtroppo anche qui dobbiamo registrare un altro difetto in un'altra scena che avrebbe potuto essere grandiosa: un eccessivo didascalismo che già avevamo osservato, ad esempio nel monologo finale della prima puntata, lì però giustificato dalla carica del personaggio di Durant, ma che male si sposa qui con l'atteggiamento più distaccato e solenne dei pellerossa.Se Hell on Wheels riuscisse a levigare questi piccoli difetti e ad accelerare ulteriormente il ritmo narrativo potrebbe rivelarsi un prodotto di altissimo livello, invece di attestarsi su valutazioni "semplicemente" positive.