Hell on Wheels 1x03, "A new birth of Freedom": il commento
Giunto al terzo appuntamento, Hell on Wheels accelera il ritmo narrativo e continua a crescere...
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Il percorso che porta alla vendetta non è dritto e regolare come le rotaie di un treno: è una strada tortuosa, ricca di fermate inattese e di incontri inaspettati che possono distogliere anche l'uomo più determinato dal raggiungimento della sua meta. Cullen Bohannon ha bruciato le tappe di questo percorso di morte, seminando, in luoghi senza legge e senza Dio, una serie di cadaveri che portano la sua firma, e che ricorda con disprezzo esaminando una foto nella scena introduttiva di questa terza puntata di Hell on Wheels. Manca all'appello il sergente Harper, l'ultimo uomo colpevole dell'omicidio della moglie del sudista, al quale faceva riferimento Johnson nella prima puntata prima di essere ucciso.
I lavori della Transcontinentale infatti procedono a rilento, la concorrenza con la Central Pacific si fa più accesa e, come se non bastasse, sembra ci sia stata un'anticipazione della data fissata per la scadenza dei lavori. La narrazione tuttavia, e questo è stato abbastanza chiaro fin dal pilot, non è mai completamente incentrata sulle rotaie, quanto sull'infernale carosello di personaggi che ruotano intorno alla sua costruzione: tantissimi soggetti profondamente diversi tra di loro e accomunati da un desiderio di autodeterminazione al di fuori del contesto urbano, in un territorio che fa della libertà assoluta la propria attrattiva principale.
Se nello scorso appuntamento veniva evidenziata l'emancipazione totale, contro e a causa della natura selvaggia, della classica figura della "donna in difficoltà", qui si riscopre come maggiore protagonista della puntata l'ex schiavo Ferguson, uomo libero che vede nel lavoro duro la pronta occasione di riscatto per se stesso e la sua gente (pronti a fare il lavoro sia proprio che quello dei bianchi momentaneamente alla ricerca di Lily). La sua determinazione si scontra però con le profonde differenze che, anche se annullate dalla legge, ancora vivono nel sentire comune e gli impediranno di avvicinare una prostituta come qualunque altro uomo bianco.
Sullo sfondo della storia vengono tratteggiati meglio altri due personaggi finora solo accennati: si tratta dei fratelli McGinnes, due giovani di origine irlandese determinati a fare fortuna nelle terre di frontiera. Li vediamo interagire con Durant in un dialogo che evidenzia le sottili differenze tra i due (ancora non completamente approfondite ma ci sarà tempo per questo nelle prossime puntate): più determinato il maggiore Sean, che non esita a far pagare un prezzo maggiorato all'imprenditore per una proiezione di diapositive privata, più dipendente dalle decisioni del fratello il minore Mickey.
Come un treno che acquista velocità dopo aver lasciato lentamente la stazione, anche Hell on Wheels accelera il passo con questo terzo appuntamento, proseguendo nell'intreccio dei vari fili che compongono la storia, purtroppo facendo anche registrare un calo negli ascolti...