Helix: la recensione della doppia premiere
Il commento all'attesa serie di SyFy che ci racconta la diffusione di un terribile virus in una base dell'Artico
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I riferimenti si sprecano. Nella gelida terra di nessuno spazzata dalle tempeste di neve è un attimo cedere alle paure dell'isolamento, alla claustrofobia, all'illusione di essere soli al mondo, senza più bisogno di sottostare alle norme sociali del vivere civile. Il virus è quindi una metafora della degenerazione dei rapporti umani? Nel caso di Helix ancora non lo sappiamo, ma in passato lo è stato eccome. La Cosa di Carpenter, a sua volta ispirato al cult degli anni '50 La Cosa venuta da un altro mondo, ma anche Andromeda di Robert Wise. Si crea una situazione nella quale l'uomo, isolato con i propri simili, cede agli istinti peggiori e rivela il peggio di sé. La fantascienza è sempre metafora di qualcos'altro.
I personaggi sono ben definiti fin dal principio. Ritroviamo Billy Campbell, che qualcuno si ricorderà come il candidato sindaco delle prime due stagioni di The Killing, nei panni dello scienziato Alan Farragut. Accanto a lui Kyra Zagorsky (nei panni della scienziata ed ex moglie di Alan Julia Walker) e la giovane Jordan Hayes (Sarah Jordan, anche lei invaghita di Alan). Questo il nucleo fondamentale degli scienziati giunti nella base. Ad essi si oppongono, idealmente e non solo, gli scienziati già presenti sul posto, come il Dottor. Hiroshi Hatake (Hiroyuki Sanada), con i loro segreti ed esperimenti misteriosi.
I personaggi non sono buttati via, magari nulla di memorabile o troppo originale al momento (certo, il triangolo amoroso con tanto di fratelli che si contendono la stessa donna è una circostanza un po' forzata, e anche la giovanissima e preparatissima dottoressa Jordan è un cliché che ci saremmo risparmiati), ma niente è troppo caricato né sul versante emotivo né su quello caratteriale. Alcuni effetti in CGI sono davvero terribili. Non per farne una colpa a SyFy, che certo non ha le possibilità della HBO, ma a quel punto dovrebbe essere la scrittura a ragionare con intelligenza e ad evitare momenti stranianti come quello in cui un topo azzanna un altro. Da sottolineare infine l'effetto grottesco dell'utilizzo delle musiche, spesso rilassanti e leggere, come nella opening, che contrastano con la brutalità delle immagini mostrate.