Heartstopper 3, la recensione: le tematiche più adulte e drammatiche non modificano la natura della serie
La stagione 3 di Heartstopper propone delle tematiche sempre più adulte e drammatiche, ma senza mai cambiare l'atmosfera e l'approccio leggero e positivo della serie
La storia raccontata tra le pagine della graphic novel Heartstopper di Alice Oseman ritorna sugli schermi di Netflix con gli episodi della stagione 3 della serie, seguendo la crescita personale dei protagonisti.
Cosa racconta la stagione 3 di Heartstopper
La storia riprende con Nick (Kit Connor) e Charlie (Joe Locke) che sono ormai una coppia consolidata, ma alle prese con situazioni e scelte più complicate. Charlie deve infatti riconoscere di avere un disturbo alimentare e affrontarlo, per provare a superarlo e guarire, mentre Nick cerca disperatamente un modo per aiutarlo. La coppia, come tutti gli adolescenti, deve inoltre decidere se compiere un passo importante e decidere se avere il primo rapporto sessuale.
Darcy (Kizzy Edgell) se ne è andata di casa e si trasferisce dall'amata Tara (Corinna Brown), ma nemmeno loro hanno una relazione priva di ostacoli.
Isaac (Tobie Donovan) prova un senso di isolamento dopo che i suoi amici trascorrono sempre meno tempo insieme a lui, e Imogen (Rhea Norwood) cerca di capire meglio se stessa.
Teenager con problemi da adulti
Fin dal primo episodio la storia di Heartstopper intraprende un percorso verso il mondo degli adulti, a partire dall'anoressia di Charlie e arrivando alla scelta di essere attivi dal punto di vista sessuale, passando inoltre per discussioni sulla comunità trans e sulle riflessioni sull'identità di genere, elemento che resta una costante.
Netflix ha già portato sugli schermi il mondo degli adolescenti con l'irriverente e originale Sex Education e con Heartstopper propone un approccio quasi in totale opposizione, quasi come se si fossero indossati degli occhiali rosa per offrire uno sguardo ai problemi, realistici e attuali, con un ottimismo ammirabile e, al tempo stesso, a tratti purtroppo irrealistico.
Non sembra infatti esserci nessun problema che non possa essere risolto con un abbraccio, una scusa quasi immediata, una dichiarazione di affetto e amicizia, mostrando ragazzi confusi, ma fin troppo maturi nel momento in cui devono offrire il proprio sostegno a chi è in difficoltà.
Gli adulti passano rapidamente da essere villain ad alleati, con figure che diventano guide come le new entry Diane interpretata da Hayley Atwell e il terapista affidato a Eddie Marsan, o esempi, come accade con il (piuttosto irrilevante) cameo di Jonathan Bailey. Il mondo di Charlie, Nick e i suoi amici rimane una versione idealizzata che sembra regalare conforto e indicare quale dovrebbe essere la via giusta per affrontare la tematiche e i problemi affrontati. Il risultato, durante la visione, è quindi una narrazione che a un pubblico adulto offre una certa speranza e a quello più giovane conforto durante gli anni all'insegna dei dubbi e della confusione. Il binge watching della stagione, purtroppo, non riesce però a mettere in secondo piano proprio l'aspetto negativo di questo approccio: una distanza della realtà che a tratti appare davvero eccessiva.
L'attenzione per i dettagli e i personaggi secondari
Gli otto episodi compiono un ottimo lavoro nel mantenere al centro la coppia composta da Nick e Charlie senza mai rendere i loro amici delle figure secondarie e messe in ombra. Ognuno dei teenager compie un percorso di crescita importante e vive delle situazioni personali che fanno emergere nuove sfumature e dettagli della loro personalità. L'amore, nucleo del racconto, si muove di pari passo con l'amicizia, trovando un equilibrio narrativo convincente.
A livello tecnico ed estetico, inoltre, la serie si conferma ben costruita grazie all'uso degli effetti visivi ispirati ai fumetti che fanno immergere gli spettatori nelle emozioni dei personaggi e a una fotografia che segue bene i momenti luminosi e quelli oscuri. La colonna sonora si mantiene ben costruita e piacevole, pur risultando in più momenti invadente, seguendo con bravura gli eventi e le emozioni portate sugli schermi.
Conclusione
Heartstopper continua con la stagione 3 il suo percorso verso il passaggio all'età adulta mantenendosi distante dalla rappresentazione cinica che ha contraddistinto altri show con al centro i teenager negli ultimi anni. Una scelta che si conferma efficace e convincente, seppur a tratti troppo edulcorata e idealizzata.