Hearthstone, Uniti a Roccavento: un'esplosione di creatività per giocatori monotoni | Recensione
Hearthstone, Uniti a Roccavento, è disponibile ormai da tre settimane, con tante idee e una community pigra e troppo schiava del meta
Come ogni espansione, ormai lo sapete bene, anche Uniti a Roccavento porta nella locanda 135 nuove carte, nuove meccaniche (come le Serie di Missioni e lo Scambio) e sottocategorie inedite per Armi e Magie (come i Ferri del Mestiere o le Cavalcature, in questo caso). Il solito giro di giostra per Hearthstone, che - lo ammettiamo, ed è un po' che tendiamo a ripeterci - mai come prima d'ora cerca di variare l'esperienza del giocatore con una miriade di mazzi differenti, tutti più o meno performanti, e con le succitate idee brillanti che conferiscono a Uniti a Roccavento quella scintilla di brillantezza che, già dopo le prime settimane di meta, aveva afflitto Forgiati nelle Savane. E qui c'è da aprire una parentesi a parte.
Ormai Hearthstone, arrivato al suo settimo anno di vita, sta diventando sempre più un hub per giochi da tavolo, per stessa volontà e dichiarazione degli sviluppatori, aggiungendo alla proposta ludica anche i Duelli, l'amatissima Modalità Battaglia, e i Mercenari in arrivo, con tanto di acquisti pensati solamente per chi segue una sola di queste varianti del gioco originale (l'esempio più grosso, i cosmetici su Battlegrounds). Se, quindi, nella scorsa recensione ci siamo allargati nell'applaudire tutto l'operato del Team 5 nel creare contenuti a cadenza regolare, nell'aggiornarli per tenere la community sempre attiva, questa volta ci concentreremo maggiormente solo sul set da poco uscito, anche perché - al momento - le sorprese della Fase 2 non sono ancora venute allo scoperto.
Tornando un attimo al Mago, invece, la classe di Jaina - salvo rarissimi casi - a Turno 5 ha già completato la Questline e a Turno 6-7 è pronta a sganciarvi 30 danni faccia con carte a costo (0). Frustrante. Anche perché l'unico modo per rallentare il Mago è non giocare servitori, impedendogli quindi di utilizzare le magie da Gelo o di sprecare qualche Palla di Fuoco, che è più o meno la stessa cosa che fa lo Stregone, infliggendosi danni per completare la Questline, e che se cala un minion se lo autodistrugge per il suddetto motivo. Una sorta di stallo alla messicana, in un gioco di carte su dispositivi mobile. Wow. Immaginatevi, quindi, quanto possono essere divertenti delle partite in cui nessuno fa nulla in attesa che l'avversario sia costretto a fare la prima mossa per - esempio - una mano troppo gonfia di carte. Dall'altro lato, per contrastare questa frustrazione, sono saliti alla ribalta i soliti mazzi Face con zero strategia, come il Cacciatore (che, sul serio, anche basta, davvero, basta Face Hunter con le solite due varianti nel deck a ogni espansione) o lo Sciamano con la Questline che raddoppia le Magie (tutte da danno faccia, o quasi) o il Paladino, unica eccezione, che gioca tanti minion, cerca di fornire loro Scudo Divino e statistiche buffate dalla mano per poi sganciare la leathal nei denti dell'avversario con l'aiuto del servitore Maestra della Battaglia (già inutilmente nerfato) che conferisce Furia del Vento ai minion adiacenti.
"Fa un po' tristezza vedere tanto, tantissimo potenziale di idee come in Uniti a Roccavento dover per forza soccombere a una manciata di archetipi"Ah, già. Tra le classi che fanno ampio uso di combo OTK c'è anche il Cacciatore di Demoni, che sostanzialmente gioca lo stesso mazzo da otto mesi con Il'gynoth ma con le carte scontate grazie alla Questline. Ora, se da queste righe traspare un pizzico di delusione, ci avete visto giusto. Perché se è vero che il problema principale di Hearthstone è rappresentato dal meta e dalla scarsa inventiva dei giocatori, che si limitano a copiare i deck che vanno per la maggiore tra streamer e siti specializzati, fa un po' tristezza vedere tanto, tantissimo potenziale di idee come in Uniti a Roccavento dover per forza soccombere a una manciata di archetipi che tryhardano all'inverosimile per raggiungere il Legend. Okay, e una volta raggiunto il Legend? Niente, non ci si rilassa, e si continua a giocare gli stessi due mazzi. Una volta si poteva dare la colpa alla Blizzard, perché il gioco era davvero inaccessibile a molti per via del costo, ma ora con i 19,90€ del Pass Locanda si completa la collezione semplicemente giocando, quindi di scuse non ne vediamo proprio. Vediamo forse una community un po' pigra che, questa volta, ha preso un lavoro ben fatto per trasformarlo nell'ennesimo copia/incolla, per poi (magari) lamentarsi che il gioco è sempre uguale. Quando invece di proposte interessanti ce ne sarebbero, come la Questline del Ladro, la nostra preferita, ma praticamente ingiocabile al momento, con la classe che ha dovuto virare - indovinate un po'? - verso un OTK passivo sfruttando il solito Banditore di Meccania che ormai siamo abituati a vedere dal '15-'18 e la nuova Magia Garrota, che infligge due danni faccia al nemico e mescola nel mazzo tre Sanguinamenti.
Ed è un peccato, perché avremmo voluto parlarvi del Guerriero, nella sua versione midrange con la Questline e i Pirati, molto divertente, del Druido con Guff il Tenace che sgancia sberle a mano aperta stile Bud Spencer, dell'Hand Warlock, troppo Control quindi nah, o delle nuove proposte del Cacciatore, tutte ignorate perché "poco Face", ma ahinoi questo non è il momento giusto. Dobbiamo confidare nel mini-set in arrivo tra poco più di un mese o in un altro giro di bilanciamenti, perché, in questo momento, ci stiamo annoiando su Hearthstone, che è diventato un po' testa o croce, o un po' la Ruota della Fortuna, e poco altro. Rare volte abbiamo visto un potenziale del genere sprecato così dall'utenza, e visto l'ottimo lavoro svolto dal Team 5 in fase creativa, ci soffermiamo nuovamente sul nostro "essere in bilico" sul giudizio da dare a questo set pensando che, forse, quel lavoro aveva bisogno di maggiori test interni e autodisciplina. Per il momento, quindi, il voto a fondo pagina rimanda (o quasi) Hearthstone e Uniti a Roccavento a settembre (a fine settembre, dai, manca poco) con l'arrivo dei nuovi contenuti, senza nascondere - come avrete di certo notato - una cocente delusione riguardante quello che potrebbe essere stato e che invece, come in una melensa canzone d'amore dal ritmo sonnolento, o come ne La regola dell'amico degli 883, non è stato mai.