Hawkeye 1×05 “Ronin”: la recensione

Come ogni settimana, siamo pronti per raccontarvi le nostre impressioni su Hawkeye, la serie dedicata a Occhio di Falco in onda su Disney+

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Hawkeye 1×05 “Ronin”: la recensione

È con grande attesa, ormai, che aspettiamo il mercoledì mattina per poter assistere alle nuove avventure di Clint Barton e di Kate Bishop. Un’attesa che, per ora, ha saputo sempre essere ripagata da una qualità generale dello show davvero alta. Magari non la miglior produzione Marvel uscita in esclusiva su Disney+, ma senza dubbio una delle più umane.

Questo quinto episodio è l’ennesima conferma che la serie di Jonathan Igla preferisce focalizzarsi sui rapporti tra le persone, piuttosto che sull’azione spiccia. 

Ma dove siamo rimasti?

Al termine della scorsa puntata, abbiamo assistito allo scontro tra Clint, Maya Lopez, Kate e Yelena Belova che era basato sulle incomprensioni, ma che ci ha lasciato il desiderio di vedere i vari personaggi interagire verbalmente tra loro per risolvere i propri problemi. Ecco, l’episodio di oggi comincia a fare proprio questo: fa dialogare le varie pedine in gioco, per comprenderne motivazioni e raggiri; talvolta lo fa tramite due persone sedute a un tavolo, altre volte attraverso uno scontro fisico, ma lo scopo rimane lo stesso: chiarirsi.

Hawkeye

Senza entrare nella pericolosa zona spoiler, ammettiamo di essere rimasti molto colpiti dalla lunga conversazione tra Kate (Hailee Steinfeld) e Yelena (Florence Pugh). La sorella di Natasha Romanoff si conferma un personaggio sensazionale, interpretato magistralmente da una Pugh divertente e divertita. Un risultato tale da rubare la scena a chiunque altro, Jeremy Renner compreso. All’interno di questa scena (e non solo) emergono i valori e le motivazioni che muovono i comprimari di Hawkeye. Un momento necessario per donare spessore a Yelena, che altrimenti avrebbe rischiato di finire relegata a guest star, senza aggiungere emotivamente nulla allo show.

Per quanto riguarda il resto dell’episodio, ci troviamo di fronte a una buona puntata. La (breve) sequenza d’azione funziona, pur senza esaltare come quella nella terza puntata. I colpi di scena, purtroppo, ci hanno lasciati abbastanza freddi: nulla che non fosse già estremamente prevedibile, nonostante qualche buon momento sul finale. Ovviamente non anticipiamo nulla sulla possibile presenza di “colui che non deve essere nominato”, ma vi invitiamo ad abbassare le vostre aspettative.

Si poteva fare di meglio? Senza dubbio, ma lo scopo dello show non è quello di dare al pubblico esattamente ciò che si aspetta. L’obiettivo ultimo è caratterizzare un Occhio di Falco dalle mille sfaccettature, alcune delle quali ancora celate al grande pubblico, e mettere in piedi un cast di comprimari da valorizzare nelle produzioni future. E per ora questo obiettivo può dirsi centrato alla perfezione.

A questo punto, però, ci chiediamo davvero come sia possibile chiudere tutte le sottotrame aperte in un singolo episodio. La nostra paura, al momento, è che molte situazioni vengano risolte rapidamente o rimandate a un’eventuale seconda stagione. Non riusciamo a immaginare una sesta puntata in grado di valorizzare le molteplici tematiche messe in gioco. 

Come sempre, ovviamente, saremmo ben felici di sbagliarci e di rimanere a bocca aperta tra sette giorni.

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