Haven, quando l'amore diventa videogioco | Recensione

Haven è un videogioco dedicato all'amore, sviluppato da The Game Bakers, lo stesso team dietro all'apprezzato Furi

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Può sembrare strano sentir parlare di un videogioco sull’amore, ma di fatto Haven lo è. Si tratta di un RPG romantico, poiché incentrato sul sentimento che più di tutti “move il sole e l’altre stelle”. La citazione dantesca non è casuale, perché è nel cielo che si svolge la storia d’amore raccontata da Haven. I suoi protagonisti sono Kay e Yu, due giovani innamorati dispersi sul pianeta noto come Fonte, in seguito a un tentativo di fuga dalla dittatura del Sensale. Secondo i dogmi del loro pianeta natale, l’Arnia, ogni abitante è predestinato a un partner, affinché venga mantenuto l’ordine sociale. Ma Kay e Yu non ci stanno. Si amano troppo per cedere al volere altrui, a costo di essere i soli a vivere in un pianeta lontano, dominato dalla natura e da una strana “ruggine” che incattivisce tutto ciò su cui si posa. La storia di Kay e Yu si intreccia, in un flusso, con quella di Fonte, per parlare d’amore come espressione di libertà.

Chi ha giocato all’opera precedente di The Game Bakers, ossia Furi, avrà notato subito lo stravolgimento tematico e ludico sostanziale. Quattro anni fa, il piccolo ma coraggioso team francese stupiva pubblico e critica con l’hack’n’slash dalle boss-fight adrenaliniche e violente. Adesso invece adotta la struttura da RPG per parlare d’amore. Tuttavia, Furi e Haven hanno in comune il linguaggio con cui viene svelato il loro messaggio, che è semplice, immediato, ma non banale. Anche perché spesso è legato alle meccaniche di gioco.

Ecco perché, nel caso di Haven, chi gioca comanda sia Kay che Yu, in qualsiasi fase, siano esse sessioni di dialogo (doppiate in inglese, sottotitolate in italiano), di esplorazione o scontri contro i nemici. Addentrandoci nelle singole parentesi ludiche, noterete che è riduttivo catalogare Haven come un semplice RPG. Nel corso delle oltre quindici ore necessarie per concluderlo, il gioco presenta tanti dialoghi in stile visual novel tra i protagonisti, nei quali interveniamo attraverso delle scelte che caratterizzano il temperamento di ciascun personaggio. La scrittura delle battute è semplice ma efficace, facendoci penetrare a poco a poco nella quotidianità di Kay e Yu.

Una dolce quotidianità che si consuma dentro la loro navicella chiamata il Nido. Questo rappresenta uno dei due fulcri principali del gioco, poiché al suo interno si svolge tutta la componente ludica legata al crafting. All’interno del caloroso rifugio, i due giovani possono cucinare prelibatezze con le risorse offerte dalla Fonte, creare strumenti per le battaglie come bombe multi-impatto, sintetizzare medicinali, ecc. Ognuna di queste azioni, oltre ad avere ripercussioni sulla fase esplorativa/scontri di cui si parlerà a breve, ci permette di penetrare delicatamente nella relazione di Kay e Yu, attraverso un’ispirazione tratta dai dating-sim.

Diventiamo dunque silenti osservatori di scene dolci, divertenti, malinconiche, erotiche. Il Nido infatti non è fatto solo di obblighi, ma si arricchisce di input – tramite interazioni con oggetti o collezionabili trovati in giro – che ci permettono di scoprire le variegate sfaccettature che caratterizzano non solo singolarmente Kay e Yu, ma anche la coppia nella sua totalità. È evidente qui l’influenza di generi videoludici tipicamente nipponici. Tutto questo idealmente richiama Persona, la serie JRPG di Atlus, senza però la sua caratteristica ricchezza. In tal senso bisogna considerare le risorse a disposizione di The Game Bakers, che è un team indipendente.

Oltre al crafting, l’altro pilastro di Haven è l’esplorazione. Abbandonando gli spazi piccoli ma accoglienti del Nido, il gioco ci lascia prendere respiro con piccole ma articolate aree ricoperte da morbido manto erboso sul quale possiamo fluttuare grazie al flusso, un’energia azzurrognola fondamentale per la natura. Questa è necessaria anche per estrapolare la ruggine, risorsa ignota che “corrompe” la fauna, rendendola ostile. Salvo alcuni nemici dettati dai risvolti di trama, gli animali “corrotti” di Fonte rappresentano gli avversari principali durante i combattimenti. Anche in questa fase, Kay e Yu devono agire con grande sinergia: il combat system di Haven divide in due parti il pad di gioco, dedicando la croce direzionale ai comandi di Kay, mentre i tasti dei controlli a Yu.

Entrambi sono dotati delle stesse abilità – impatto fisico, attacco bomba, scudo e l’azione “placa” (perché in Haven non si uccide mai) -, che necessitano di essere concatenate, a seconda del nemico di turno. L’impatto con il combat system non è immediato, ma una volta presa la mano, gli scontri risultano soddisfacenti. Questo perché sono poco frequenti e non sempre obbligatori, ma in generale dobbiamo far notare la poca profondità del sistema di combattimento, che richiede giusto un minimo di strategia per capire che ritmo dare agli attacchi.

Qualche problematica è presente anche nell’esplorazione di Fonte. Il pretesto iniziale che ci spinge ad andare in avanscoperta del pianeta è il recupero di alcune parti per potere riparare il Nido, danneggiato dopo l’ennesimo terremoto. Il mondo di gioco si presenta come una mappa suddivisa in tanti piccoli isolotti, collegati tra loro tramite ponti di flusso. Fluttuando tra i crinali, le valli e i dirupi di Fonte, possiamo raccogliere gli alimenti, la ruggine o gli oggetti missione, oltre che scovare collezionabili da portare nel rifugio. Inoltre, nonostante gli unici essere viventi siano Kay e Yu, non ci si sente mai soli o avvolti dalla monotonia mentre si esplora, grazie a piccoli eventi che danno origine a nuove scenette con la coppia e a nuove funzionalità di gioco, come il viaggio rapido, la raccolta di semi per potere coltivare vicino al Nido, e così via.

Il problema in questo senso riguarda il sistema d’orientamento: in Haven non c’è una mappa a schermo, e l’unico strumento utile durante l’esplorazione è il radar che ci fa capire com’è collegata l’area in cui ci troviamo. Ci è capitato quindi spesso di girare a zonzo, passando e ripassando su paesaggi già noti, nel tentativo di trovare l'ultimo pezzo di ruggine, o di fare avanti e indietro tra gli isolotti prima di raccapezzarci. Se aggiungiamo che nel passaggio tra una sezione all’altra ci sono schermate di caricamento (adorabili, per carità), immaginate quanto vengano spezzettati bruscamente i ritmi di gioco.

Eppure, il fastidio accumulato in queste fasi si disperde non appena ci lasciamo trasportare dalle atmosfere di Haven, che godono di una soundtrack e di un design artistico davvero ispirati e riusciti. Partendo dal primo punto, il musicista elettronico francese Danger, che già ci aveva stregati con le sue sonorità in Furi, confeziona una ost davvero coinvolgente. I diversi brani si alternano trai i vari isolotti, e non risultano mai monotoni, anzi, esaltano sempre i diversi momenti che viviamo all’interno del gioco. Stilisticamente, il setting e il monster design rimandano anche qui a Furi con vari effetti neon, ma la palette cromatica passa a colori più delicati e sfumati. L’influenza di Persona, e più in generale delle produzioni giapponesi, è invece evidente nel character design.

Ma Haven non si limita al mero citazionismo: pesca diversi elementi, stilistici e ludici, per regalare un’esperienza che desidera celebrare l’amore. Non a caso, è possibile giocare in co-op locale per sentire ancora più forte il tema portante del gioco. Chi cerca un RPG puro, volto alla complessità strategica tramite strutture consolidate del genere, probabilmente sentirà le lacune che inficiano il sistema di combattimento e l'esplorazione. Chi vuole andare oltre, invece, e concentrarsi sul tema di Haven, si sentirà rapito/rapita, più e più volte: mentre si dirige, con Kay e Yu sospesi a mezz’aria, verso il tramonto, con le musiche di Danger di sottofondo; quando placherà un nemico dopo una concatenazione di attacchi; quando vedrà la coppia abbracciarsi e recuperare vita quando non si tocca il pad, e molto altro ancora, che vale la pena scoprire da soli. Se pensate di far parte di quest’ultima categoria, sappiate che Haven è disponibile su Xbox One, Xbox Series X|S (dove è presente anche tramite Game Pass), PlayStation 5,e PC. Su PlayStation 4 e Nintendo Switch invece arriverà il 9 febbraio 2021.

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