Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2: la recensione
La saga discontinua di Harry Potter si conclude con un gran finale davvero soddisfacente, parzialmente rovinato da un 3D inutile...
C'è chi ama David Yates perché ha portato equilibrio a una saga cinematografica stilisticamente disomogenea, c'è chi lo odia e lo considera un semplice mestierante. Ma con Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2, il regista britannico conquista un grande traguardo, portando a conclusione in maniera soddisfacente un'opera che non ha precedenti, a livello produttivo, nella storia del cinema.
Siamo di fronte, giustamente, all'episodio più epico, e anche se Yates come sempre tende a non strafare, alcune sequenze sono davvero suggestive: il volo in groppa al drago, Hogwarts letteralmente fatta a pezzi dalle armate di Voldemort, ma soprattutto un momento molto ispirato (che forse farà storcere il naso ai più puristi) in cui Harry e la sua nemesi si affrontano in volo, dilaniandosi il volto e quasi fondendosi in un tutt'uno. I pochi cambiamenti rispetto al romanzo sono tutti volti a dare più ritmo alla narrazione, e ancora una volta - come già era successo con lo splendido cortometraggio animato della Parte 1 - una scena di flashback (questa volta non è una fiaba, ma una serie di ricordi nel Pensatoio) si rivela davvero emozionante.
Sul piano tecnico, Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2 si distingue soprattutto per l'ottima colonna sonora, epica e delicata nei punti giusti. Quando si tratta di arrivare alla conclusione, Alexandre Desplat recupera i temi più importanti della saga, dando un senso di coesione e nel contempo di chiusura del cerchio, che culmina nell'emozionante epilogo (fortunatamente né troppo breve, né troppo lungo).
Insomma, Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2 è un film riuscito, uno dei migliori della saga e senza dubbio il più emozionante.
Dispiace tuttavia per il brutto scivolone che è stato fatto nel decidere di riconvertire il film in 3D. Le due parti (Parte 1 e Parte 2) sono stati pensate e girate in un'unica soluzione, in 2D. Successivamente, la produzione ha deciso di riconvertirli in 3D. La mancanza di tempo ha fatto saltare la riconversione della prima parte (arriverà in Home Video), mentre questa seconda parte è riuscita ad arrivare al cinema in tre dimensioni. Il problema è che questa riconversione non ha alcun significato né dal punto di vista stilistico, né da quello della coerenza con gli altri episodi della saga (in particolare, ovviamente, con la prima parte). Harry Potter non è mai stato così dark come in questo episodio, e peraltro la splendida fotografia (che spesso utilizza la profondità di campo) non può che essere svantaggiata da una riconversione 3D, la cui fruizione peraltro dipende molto anche dalla proiezione (ho visto il film due volte, nella prima la proiezione era perfetta, nella seconda c'erano numerosi effetti di ghosting, con immagini sdoppiate ed estremamente fastidiose). Sicuramente riconvertire il film in 3D darà grande soddisfazione in termini di incassi, ma ho l'impressione che non sia il modo migliore per dire addio ai fan...
Gli occhialini RealD 3D di Harry Potter