Harrow County: Spiriti Infiniti, la recensione
Abbiamo letto e recensito per voi Harrow County, Spiriti Infiniti, primo volume della nuova storia horror di Cullen Bunn e Tyler Crook
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
La differenza? Tanto per cominciare, questa non è una storia di streghe applicata a un'avventura western come quella di Becky Montcrief e Drake Sinclair. No, questa è una storia di streghe e basta, con tanta più voglia e tanti più strumenti per essere inquietante, a partire dalla sua protagonista: Emmy è una ragazza normale che scopre di non essere troppo normale e che i suoi incubi le sue sensazioni di inquietudine non sono solo le fantasie di una diciassettenne che, a giorni, diventerà una donna adulta. Nemmeno la convinzione strisciante che quella maledetta quercia morta che domina il paesaggio fuori dalla finestra sia stregata è un'illusione. E, di tante verità che stanno per piombarle addosso al suo diciottesimo compleanno, alcune sono più dolorose di altre.
Un aspetto importante, quello della focalizzazione, perché questo primo capitolo di Harrow County è soprattutto questione di scoperte su se stessi e sul mondo, in cui la crescita di una ragazza, il simbolico passaggio del diciottesimo compleanno, coincidono con la rivelazione di un mondo che Emmy non si aspetta e di un'identità altrettanto sorprendente. Se certamente questo vale per tutti e la fine dell'adolescenza è anche la fine delle illusioni che essa si porta dietro, nonché il momento in cui iniziamo a realizzare davvero chi siamo, nessuno di noi scopre un mondo di spiriti e di poteri magici, di odio e di rancore, di famiglie spezzate e di bugie che finalmente si rivelano, di prigionie dorate e speranze smarrite nei boschi tenebrosi, dove possiamo scoprire che il più terribile dei fantasmi, forse, tiene a noi più di quanto non facciano gli amici, i cari, nostro padre.
Insomma, Harrow County, Spiriti Infiniti conferma l'abilità di Cullen Bunn di intrattenere e di trattenere saldamente la curiosità del lettore quando maneggia i temi dell'occulto. Questo primo volume, dal sapore assolutamente classico, ci lascia infatti con grande fame e ben poca voglia di addentrarci nella foresta. Ottima notizia.