Harrow County: Spiriti Infiniti, la recensione

Abbiamo letto e recensito per voi Harrow County, Spiriti Infiniti, primo volume della nuova storia horror di Cullen Bunn e Tyler Crook

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Come piacciono gli alberi stregati a Cullen Bunn! Buona notizia: piacciono un sacco anche a noi, soprattutto quando sono l'inizio di una storia che promette benissimo sin dal primo volume come in questo caso. Harrow County, al suo esordio, ci ha decisamente accalappiati e non vediamo davvero l'ora di leggere la continuazione di questa serie che si inserisce, anche se con variazioni importanti, nello stesso contesto narrativo che Bunn ci ha mostrato di maneggiare con grande successo in Sixth Gun: una storia sovrannaturale, dalle tinte oscure nel suo avvicinarsi ai temi dell'occultismo, ambientata negli Stati Uniti di un secolo e mezzo fa, tempi di superstizioni di frontiera e adatti a lasciarsi trascinare dal volto più tenebroso del mito e della fantasia.

La differenza? Tanto per cominciare, questa non è una storia di streghe applicata a un'avventura western come quella di Becky Montcrief e Drake Sinclair. No, questa è una storia di streghe e basta, con tanta più voglia e tanti più strumenti per essere inquietante, a partire dalla sua protagonista: Emmy è una ragazza normale che scopre di non essere troppo normale e che i suoi incubi le sue sensazioni di inquietudine non sono solo le fantasie di una diciassettenne che, a giorni, diventerà una donna adulta. Nemmeno la convinzione strisciante che quella maledetta quercia morta che domina il paesaggio fuori dalla finestra sia stregata è un'illusione. E, di tante verità che stanno per piombarle addosso al suo diciottesimo compleanno, alcune sono più dolorose di altre.

Questa non è una storia di streghe applicata a un western, dicevamo, il che lascia un vuoto importante in quello che era l'equilibrio narrativo dell'ultimo Bunn fantasy e mistico che abbiamo letto. Un vuoto che avrebbe facilmente potuto lasciare Harrow County privo di ragioni di interesse, del fascino che Sixth Gun ha esercitato su di noi. Invece non è affatto così e l'avventura che prende l'avvio in questo primo volume inizia con grande convinzione e con prospettive di ampia crescita grazie a una protagonista davvero convincente e interessante che, nel suo essere un personaggio tutto sommato molto classico, riesce a concentrare su di sé l'attenzione del lettore. Bunn è bravo nel rendere Emmy il centro di gravitazione della sua storia e a limitare quasi sempre, con piccole concessioni laddove necessario, il campo visivo del lettore a quello della giovane protagonista.

Un aspetto importante, quello della focalizzazione, perché questo primo capitolo di Harrow County è soprattutto questione di scoperte su se stessi e sul mondo, in cui la crescita di una ragazza, il simbolico passaggio del diciottesimo compleanno, coincidono con la rivelazione di un mondo che Emmy non si aspetta e di un'identità altrettanto sorprendente. Se certamente questo vale per tutti e la fine dell'adolescenza è anche la fine delle illusioni che essa si porta dietro, nonché il momento in cui iniziamo a realizzare davvero chi siamo, nessuno di noi scopre un mondo di spiriti e di poteri magici, di odio e di rancore, di famiglie spezzate e di bugie che finalmente si rivelano, di prigionie dorate e speranze smarrite nei boschi tenebrosi, dove possiamo scoprire che il più terribile dei fantasmi, forse, tiene a noi più di quanto non facciano gli amici, i cari, nostro padre.

Ovviamente, se non ci fossero i disegni asciutti e pittorici di Tyler Crook, che ci ha ricordato una versione più definita, meno grunge e più spettacolare del Matt Kindt di Mind MGMT, la confezione di Harrow County e l'immedesimazione poco confortevole, ma terribilmente affascinante, con la giovane Emmy non sarebbero altrettanto efficaci. Invece, per fortuna ci sono, con la loro capacità di far risaltare le figure per contrasto, di accendere luci e fuochi nella notte e di far risplendere il sole nei momenti in cui brilla, pur in una storia dalle ambientazioni necessariamente oscure. Bella anche la parte finale del volume realizzato da ReNoir, che ci mostra le pagine di sceneggiatura di Bunn, ma soprattutto gli studi di Crook, dandoci conto della genesi ad acquerello dei personaggi della storia, ancor più evocativi, in questa versione ancora in bozza, forse.

Insomma, Harrow County, Spiriti Infiniti conferma l'abilità di Cullen Bunn di intrattenere e di trattenere saldamente la curiosità del lettore quando maneggia i temi dell'occulto. Questo primo volume, dal sapore assolutamente classico, ci lascia infatti con grande fame e ben poca voglia di addentrarci nella foresta. Ottima notizia.

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