Harbinger Renegade vol. 2: Massacro, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Harbinger Renegade, edito da Star Comics

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Harbinger Renegade #5, anteprima 01

Gli Stati Uniti d’America, nella persona del Presidente Donald Trump, hanno dichiarato guerra agli psioti. Archiviato sotto la voce “fallimento” il Progetto Spirito Nascente, è una nuova organizzazione governativa a dare la caccia a questi esseri dotati di super poteri: avvalendosi del contributo sul campo della task force H.A.R.D. Corps, guidata dal Maggiore Charlie Palmer, Omen si è recata a liberare Rook, cittadina del Michigan divenuta – nel finale di Generation Zero vol. 2: Heroscape – la roccaforte del gruppo di ribelli Generation Zero.

Mentre sullo sfondo si consuma una vera e propria carneficina tra le forze militari e quelle civili, i riformati Renegades cercano di occultare la propria posizione per raccogliere un maggior numero di volontari e organizzare una resistenza armata. Intanto, sottotraccia continuano le macchinazioni di Alexander Salomon, ex braccio destro di Toyo Harada, intenzionato a sfruttare a proprio vantaggio una condizione di caos; poco importa se ciò implica la liberazione di un pericoloso demone ancestrale. In fondo, il fine giustifica i mezzi, giusto?

Massacro è il secondo volume di Harbinger Renegade edito da Star Comics, contenente l’arco narrativo finale del progetto. In tutta sincerità, nessun altro titolo avrebbe potuto esprimere meglio il contenuto di questo brossurato: sin dalle prime battute si è travolti da una quantità impressionante di violenza ed efferatezza che mai avevamo trovato prima in un albo Valiant. Oltre cento pagine di morte e distruzione.

Dopo aver introdotto l’ampio cast di protagonisti nel precedente volume, Rafer Roberts rompe gli indugi e si lascia andare a uno storyarc adrenalinico ed estremo, in cui la palpabile tensione dovuta allo status di braccati dei Renegades raggiunge il suo climax sfociando in battaglie letali senza esclusione di colpi. Il ritmo impresso dallo scrittore americano è vorticoso, serrato e convince per la mirabile capacità di coniugare una componente action mozzafiato a un accattivante sviluppo dei personaggi.

Harbinger Renegade #5, anteprima 02

Le relazioni tra i membri del team, le macchinazioni di Solomon, di Omen e la scelta di calare una costruzione così ben articolata in un contesto attuale sono tutti elementi essenziali per conferire profondità a questo fumetto, evitando di ridurre il tutto a una mera sequela di cruente scene di guerra. Gli psioti rappresentano qualcosa di misterioso e ingestibile, e la paura di ciò che è “diverso” porta spesso ad atteggiamenti di diffidenza: lo scenario tratteggiato da Roberts risulta estremamente vivo e preciso nel raccontare l’ansia che caratterizza il nostro quotidiano.

Questa storia così intesa sotto il profilo narrativo si avvale del contributo artistico di Darick Robertson e Juan José Ryp: lo stile grottesco del disegnatore statunitense è ottimale per esaltare le sequenze splatter e rendere al meglio le suggestioni – spesso disturbanti – legate alla guerra.

L’artista spagnolo ci conduce invece indietro nel tempo, agli inizi dell’XI Secolo, per scoprire la genesi della faida tra il demone e la Confraternita di Cuth. Peculiare e originale, il tratto di Ryp non si distacca poi molto da quello di Robertson, riuscendo a trasmettere in maniera nitida la brutalità di questo scorcio. Infine, segnaliamo le belle colorazioni di Diego Rodriguez, che conferiscono atmosfere oscure e cariche di tensione al volume.

Questo secondo e ultimo appuntamento con Harbinger Renegade rappresenta inoltre il prologo di Harbinger Wars II: tutte le pedine sono ora schierate sul campo, e l’esito della battaglia è davvero incerto...

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