Happy Family - La recensione
Due famiglie completamente diverse si ritrovano a contatto, dando vita a situazioni assurde e divertenti. La nuova pellicola di Gabriele Salvatores ha una prima parte insoddisfacente, ma poi recupera decisamente...
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Recensione a cura di Francesco Alò
TitoloHappy FamilyRegiaGabriele SalvatoresCastFabio De Luigi, Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris
Uscita26 marzo 2010
E' buffo vedere che Salvatores ha scoperto I Tenenbaum dieci anni dopo la loro uscita. E' sicuramente un'esagerazione, visto che senza dubbio il regista conoscerà bene da tempo il classico di Wes Anderson, ma fa sorridere l'idea di essersi ispirato a un titolo di dieci anni fa. Sorridere. O preoccupare, perché ti viene da pensare che siamo veramente una provincia dell'impero. Peraltro, a voler essere cattivi, potremmo anche dire che Salvatores ha scoperto il Pirandello di Sei personaggi in cerca d'autore a... 90 anni dalla sua nascita.
La seconda parte è per fortuna una commedia meno teorica e maggiormente indirizzata verso la sospensione dell'incredulità, insomma più normale, senza che i personaggi si rivolgano spesso in macchina, mentre c'è più la voglia di raccontare in terza persona. E' la parte migliore del film ed è appunto quella legata a I Tenenbaum, con una famiglia ricca ed eccentrica di Milano che incontra a cena una famiglia più modesta. La cena è molto carina e i rapporti che si vengono a creare tra i personaggi risultano molto divertenti, mentre di Wes Anderson vengono copiati i cromatismi a tinte unite (un'inqudratura è tutta gialla, rossa, verde, ecc.) e il gusto del bizzarro. A questo, Salvatores unisce certi suoi stilemi: le canne, l'amicizia virile (con un simpatico siparietto metasalvatoresiano tra Abatantuono e Bentivoglio che giocano sul fatto di aver recitato insieme in Marrakech Express) e il viaggio.
Ma alla fine rimangono alcuni dubbi. Per esempio, perché a Milano c'è sempre il sole? E' estate, ma De Luigi ha sempre la camicia e la giacca, si lamenta del caldo, ma non suda mai. Insomma, questo cinema è un po' finto, come capita talvolta a Salvatores, ed è difficile credergli fino in fondo...