Hannibal 1x02 "Amuse-Bouche": la recensione
Bella seconda puntata per Hannibal, che continua il discorso iniziato con il pilot
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Casomai non si fosse capito, la seconda puntata di Hannibal non offre quasi nulla di nuovo rispetto al pilot ma si pone nella stessa scia e ritmo. Ancora una volta la grande architettura narrativa di Red Dragon (cattura di un serial killer grazie al confronto tra Graham e il suo psichiatra) viene decostruita e riproposta adattandola al linguaggio televisivo, ad una scrittura più veloce che nelle sue conclusioni immediate sembrerebbe rifarsi al classico procedurale. Sembrerebbe appunto, perché se la prima parte del tema, quella della cattura del killer, viene adattata semplicemente reiterandola settimana dopo settimana, la seconda, quella più importante relativa alla costruzione del malsano rapporto tra medico e paziente, tra predatore e preda, tra carnefice e vittima, viene al contrario dilungata e progressivamente (ne siamo certi) finirà per diventare il perno su cui costruire il resto.
Per il resto si rileva l'introduzione del personaggio, poco incisivo a dire il vero ma fin da subito antipatico, di Freddie Lounds, giornalista scandalistica negli anni passati interpretata da Stephen Lang e Philip Seymour Hoffman e che per la prima volta ha delle fattezze femminili. E Hannibal Lecter? Mads Mikkelsen sta costruendo un'interpretazione molto particolare dello psichiatra, sempre più lontana dal monumento costruito da Anthony Hopkins e sempre più vicina allo stile e al ritmo imposto dallo show. Ma ci riserviamo di tornarci su meglio più avanti (se lo show non ha fretta perché dovremmo averla noi?). Secondo pollice in su consecutivo dunque per Hannibal, sempre più convincente e particolare.