Halo 2×07, “Thermopylae”: la recensione

La seconda stagione di Halo prosegue con un buon episodio, ma che non riesce a nascondere del tutto i difetto dello show

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La recensione dell'episodio 7 della stagione 2 di Halo, intitolato Thermopylae

Settimana dopo settimana, Halo si è rivelata una serie in grado di farci riflettere sulla complessità degli adattamenti. Che si tratti di romanzi, fumetti o videogiochi poco importa. Tradurre un medium in un altro, mantenendo però tutte quelle caratteristiche che hanno reso celebre l’opera originale non è affatto semplice. Questo perché talvolta si deve intervenire sul lessico con il quale è scritta, altre volte invece la si prima dell’elemento ludico e del suo conseguente ritmo.

Cosa tenere e cosa modificare in un adattamento per il piccolo o grande schermo? Quali sono gli elementi che il pubblico vuole ritrovare in una trasposizione? Ma soprattutto: qual è la dose con la quale inserire questi elementi per realizzare un buon prodotto e non semplicemente un’opera che mira al fan service? Tutte queste domande non solo sono legittime, ma sono quasi necessarie se si vuole evitare di andare incontro a una totale debacle in grado di non soddisfare sia gli appassionati che i nuovi fruitori.

Con Halo, Kyle Killen e Steven Kane hanno provato a percorrere una strada impervia che ha allontanato la narrazione da quanto visto nella saga videoludica di Bungie e 343 Industries, ma ha cercato di mantenerne tematiche e atmosfere. Il risultato è uno show che ha lasciato perplessi i puristi del videogioco, ma ha conquistato il resto del pubblico che, in questo modo, ha potuto poi avvicinarsi alla saga videoludica, trovando tutti gli elementi della serie TV, narrati con maggior cura, contestualizzati in un world building migliore e coadiuvati da un gameplay solido. La serie disponibile su Paramount+, alla fine, è un gigantesco tutorial per l’opera originale. Una produzione non certo priva di difetti, ma con diversi pregi che è bene non sottovalutare. Una descrizione che si sposa perfettamente anche con il settimo episodio disponibile da oggi.

THERMOPYLAE

Tutti i nodi cominciano a venire al pettine. Questa settima puntata di Halo, la penultima della seconda stagione, riprende tutte le storyline avviate negli scorsi episodi. Makee viene accusata di essere una traditrice dai Covenant, che ordinano a Var di ucciderla prima che possa divulgare troppe informazioni agli umani. La ragazza riesce però a divincolarsi dall’azione ed entra in contatto con Master Chief. Halo, ormai, non è più solo un miraggio. La domanda è una sola: chi riuscirà a raggiungere l’anello per primo? Nel frattempo, Soren e Laera continuano la ricerca del proprio figlio e questa volta sembrano essere sulla strada giusta.

Evitiamo di andare più nel dettaglio per non rovinare l’esperienza a coloro che non avessero ancora visto l’episodio. In Thermopylae, infatti, ci troviamo di fronte a diversi colpi di scena ed evoluzioni narrative, che conducono lo show verso il gran finale. È una puntata dal ritmo solido, che alterna continuamente diversi punti di vista e che, per questo motivo, non annoia nemmeno per un secondo. Abbiamo notato qualche scena un po’ sottotono, caratterizzata da una psicologia dei personaggi non sempre a fuoco e che, in alcuni casi, rasenta la stupidità. Nulla che comprometta davvero la storia, ma piccole sfumature e/o dialoghi che ci hanno fatto storcere il naso. In ogni caso, dopo lo scivolone del quinti episodio, siamo tornati sui buoni livelli delle prime puntate di questa nuova stagione. Livelli che ci permettono di consigliarne la visione a tutti gli amanti delle storie di fantascienza, che potrebbero così trovarsi di fronte a un’avventura affascinante e con qualche buona intuizione.

VALORI PRODUTTIVI

Lo sappiamo: realizzare un’opera di fantascienza con il budget di un serial televisivo non è compito facile. Questo perché realizzare veicoli spaziali, creature aliene e ambientazioni futuristiche comporta una spesa non indifferente sia nel caso la si voglia realizzare tramite costumi, props e animiatroni, che nel caso si preferisca utilizzare la CGI. Halo preferisce proprio quest’ultima soluzione, incappando però in alcuni errori. I modelli tridimensionali dei Covenant, per esempio, appaiono ben realizzati quando la luce li colpisce nel modo pensato dagli autori, ma mostrano un’eccessiva pulizia non appena queste creature si muovono in scena. Il risultato finale è un po’ pacchiano e, anche in questa settima puntata, non ci ha soddisfatti del tutto.

Buona invece la resa delle armature e degli ambienti interni, che continuano a convincerci e che contribuiscono a immergere lo spettatore all’interno del racconto. Sia chiaro: non siamo di fronte a qualcosa di davvero esaltante, ma almeno la sospensione dell’incredulità non viene mai meno. In questo modo la storia riesce a procedere senza impedire al pubblico di incastrarsi sugli scogli del comparto estetico.

Halo continua quindi sulla sica degli episodi precedenti, con i relativi pregi e difetti. Manca ormai una sola puntata alla fine della seconda stagione. Puntata che speriamo possa conquistarci e confermare le buone intenzioni degli autori. Al momento non possiamo far altro che sperare che tutte le storyline vengano chiuse correttamente, dando il giusto spazio non solo a Master Chief, ma anche a tutti i personaggi secondari che ci hanno accompagnato sinora.

E voi che cosa ne pensate? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o, se preferite, attraverso i nostri canali social (TikTok incluso).

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