Halo 1x03 “Emergence”: la recensione

Con il terzo episodio di questa prima stagione, Halo riesce finalmente a trovare una direzione narrativa verso la quale dirigersi

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Come abbiamo avuto già modo di evidenziare in diversi articoli, Halo è uno dei più importanti franchise videoludici di sempre. Capirete quindi la nostra particolare attenzione verso la serie TV ideata da Kyle Killen e Steven Kane, che si assume il compito di trasportare sul piccolo schermo un universo fantastico amato da moltissimi utenti sparsi per tutto il mondo.

Le prime due puntate dello show, nonostante qualche scivolone, ci sono tutto sommato piaciute. La chimica tra i personaggi funziona e le modifiche alla trama principale dei giochi sono così elevate da dare l’idea di un’opera del tutto inedita. Impossibile però sorvolare sulla CGI a dir poco altalenante e sulla gestione di Master Chief, qui spesso senza casco per valorizzare la (discreta) recitazione di Pablo Schreiber.

HaloARRIVA CORTANA

Con timido ottimismo ci siamo quindi avvicinati al terzo episodio della serie, disponibile in versione originale su Sky e NowTV. In Emergence, questo il titolo della puntata, abbiamo finalmente il cambio di ritmo che tanto attendavamo. Abbandonata la doverosa presentazione di personaggi e degli schieramenti in gioco, si passa finalmente a ragionare sulle varie storyline che compongono la trama della serie. Se da un lato abbiamo i Covenant e il loro scontro con la UNSC, dall’altro abbiamo il lato più umano dello show dato da Master Chief.

Il vero punto di forza della puntata è però l’arrivo di Cortana, personaggio che i fan del videogioco aspettavano da diverso tempo. Il volto di Natascha McElhone fuso con la splendida voce originale di Jen Taylor da vita a una versione dell’IA quasi perfetta. John-117 non si fida ancora di Cortana e questo è evidente da ogni interazione tra i due. L’aspetto dello show che più abbiamo apprezzato è come in poco più di cinquanta minuti Master Chief e la donna digitale entrino in simbiosi, dando vita ai siparietti tanto attesi dai fan. La chimica tra Schreiber e McElhone è ottima e non vediamo l’ora di scoprire come venga approfondita la relazione tra questi due personaggi.

Nella recensione delle prime due puntate ci eravamo lamentati della scelta di far vedere il protagonista spesso senza casco. Alla luce di questo terzo episodio, dove il casco non viene mai nemmeno indossato, abbiamo capito l’intento degli sceneggiatori. Questa scelta rende sicuramente il personaggio meno iconico, ma gli dona una profondità emotiva altrimenti impossibile. Speriamo, a questo punto, che gli autori lavorino molto in questa direzione, per permettere al pubblico di empatizzare con il possente Spartan.

CREATURE E CGI

La storyline che unisce i Covenant e la UNSC prende il via grazie al personaggi di Makee, interpretato da una bravissima Charlie Murphy. Questa umana alleata degli alieni è protagonista di una delle sequenze chiave dell’episodio, che dimostra come Halo sia una serie TV decisa a prendere una proprie direzione, indipendente da qualsiasi capitolo del franchise di 343 Industries. 

Se la recitazione dei vari attori ci ha pienamente convinto, lo stesso non si può dire ancora una volta della CGI. Halo alterna momenti qualitativamente validi (soprattutto i primi piani delle creature) a effetti speciali terrificanti, provenienti dalle serie TV sci-fi di dieci anni fa. Si tratta di un difetto che non compromette la visione dello show, ma che sicuramente fa storcere il naso. Per un’opera dove la componente estetica/artistica è tanto importante, forse si sarebbe potuto (e dovuto) fare qualcosa di più.

Questo terzo episodio di Halo ci ha piacevolmente colpiti. La narrazione ha preso pieghe inaspettate e, grazie all'arrivo di Cortana, attendiamo con trepidazione la prossima settimana per poter scoprire come si evolverà la storia di Master Chief. Il nostro consiglio, al momento, è quello di dare una possibilità a questa prima stagione. Potreste rimanerne particolarmente sorpresi.

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