Gurt voll. 1 - 2, la recensione

Abbiamo recensito per voi i primi due volumi di Gurt, opera di Isaak Friedl e Oscarito

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


Condividi

Gurt e l'ascensore dei mondi, anteprima 01

Nel caso dobbiate spedire un oggetto prezioso o un importante documento di lavoro non affidatevi a un corriere qualsiasi, rivolgetevi a Gurt Express: “Consegne impossibili? Impossibile!”. Con uno slogan del genere, chi non si fiderebbe ciecamente di Gurt Boznikov? Oltre a essere un postino impeccabile, il Nostro è un marito devoto e un padre fantastico. Insomma, tutto alla grande. Finché, durante l’ennesima consegna, la situazione prende una piega inattesa e, per farla breve, il povero portalettere finisce suo malgrado al centro di un gran casino che mette a repentaglio la sua amata famiglia.

Ha così inizio l’incredibile avventura di Gurt ideata da due giovani autori italiani, Isaak Friedl e Oscarito, team creativo che ha saputo dar vita a una vicenda originale e ben orchestrata, imponendosi all’attenzione del pubblico per le divertenti trovate a effetto, il linguaggio spesso crudo e la massiccia dose di azione profusa.

Sin dalla copertina del primo volume edito da Panini Comics è evidente ci troviamo davanti a qualcosa di particolare, e in effetti, puntando su personaggi sui generis e ben costruiti, Gurt coinvolge il lettore in un’esperienza di lettura folle quanto piacevole. La capacità degli autori di mantenere alto il ritmo della narrazione e di costruire una mitologia affascinante sono certamente le chiavi del successo di questo fumetto: se da un lato, Gurt e l’ascensore dei mondi ci proietta in un vortice colorato in cui familiarizziamo con esseri dalla fattezze mostruose, in Gurt e il piano di sotto Friedl svela gradualmente i segreti dello stravagante contesto in cui ci troviamo.

Gurt e l'ascensore dei mondi, anteprima 02

Va detto che il cartonato che apre la saga spinge fortissimo sull’acceleratore, introducendo molteplici scenari e personaggi, e nel fare ciò potrebbe destabilizzare il lettore che non mastica Fumetto ogni giorno, il quale dovrà districarsi con una certa difficoltà in un groviglio di nomi e situazioni. La scelta di rallentare un po’ e di soffermarsi maggiormente sulla creazione di un universo narrativo solido, adottata nel secondo volume, permette di prendere confidenza con l'universo narrativo di Gurt e di godere appieno dello sviluppo della vicenda.

Aver subito corretto il tiro e aggiunto spessore alla narrazione sono meriti da tributare a Friedl, scrittore dalla vivace immaginazione artefice di una prova matura: non era semplice rendere credibile un’avventura incentrata su situazioni tanto paradossali e trovate spesso disgustose, eppure l’autore di Sottobosco è bravo a sfruttare nel migliore dei modi il variopinto e surreale cast di personaggi.

Eccellente il lavoro di Oscarito nel creare un universo creepy di grande impatto, reso ancora più affascinante dalle differenti palette utilizzate. La simbiosi tra testo e immagini è perfetta, con l'artista milanese che sublima le suggestioni della penna di Friedl lanciandosi nella realizzazione di tavole dal gusto moderno, del tutto libere da ogni genere di griglia. L’azione, come le parole e i colori, fluisce in un turbinio di gag esilaranti, ma anche un po' disturbanti.

Eclettico, creativo e spettacolare: in queste tre parole ritroviamo le peculiarità dei primi due volumi di Gurt: al momento, tra le produzioni Panini Comics targate made in Italy, certamente quella più affascinante.

[gallery type="thumbnails" columns="1" size="large" ids="208564,208565"]

Continua a leggere su BadTaste