Gungrave G.O.R.E., come si facevano gli action venti anni fa | Recensione

Gungrave G.O.R.E. è uno sparatutto in terza persona dal grande potenziale, ma che purtroppo non riesce a raggiungere appieno

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Gungrave è una serie di sparatutto in terza persona pubblicata a partire dal 2002 su PlayStation 2. Il titolo sviluppato da Red Entertainment metteva in scena sequenze d’azione folli, durante le quali il giocatore si trovava ad aprire il fuoco verso ondate di nemici. Non certo un titolo dall’animo tattico o particolarmente profondo, ma senza dubbio in grado di divertire per la sua alta dose di follia e carisma. Un carisma che parte proprio dal design del protagonista Grave, realizzato da Yasuhiro Nightow, celebre per aver dato vita al manga Trigun

Sono passati ormai vent’anni dall’uscita del primo capitolo del franchise e il team coreano Iggymob ha deciso di rimettere mano alla serie, facendo leva su tutti gli appassionati dei primi episodi. Nel corso delle ultime settimane abbiamo combattuto al fianco di Grave devastando nemici su nemici, ma ne sarà valsa la pena? Ha senso tornare indietro di vent’anni per provare un’esperienza dai toni nostalgici, oppure il genere action è andato troppo avanti per poter accettare un titolo come Gungrave G.O.R.E.?

KISS, KISS, BANG, BANG (MA SENZA “KISS, KISS”)

La storia ci vede di nuovo nei panni di Brandon Heat, noto al mondo intero con il nome di Grave. Ancora una volta questo silenzioso guerriero armato di pistole dovrà farsi largo tra i nemici per impedire la diffusione della droga SEED, prima che possa danneggiare il mondo intero. Inutile dire che, nel giro di pochi livelli, la storia si collega ai primi capitoli della serie, immettendo in circolo una sana dose di nostalgia e di vendetta, perfetta per coloro che hanno amato il tono esagerato della saga di Red Entertainment.

La verità è che la trama di Gungrave G.O.R.E. non riesce mai a decollare davvero. A parte qualche cut-scene, il passaggio da un ambiente all’altro avviene tramite una schermata di caricamento, con poche righe scritte a schermo. Questo non è certo il modo migliore per raccontare una storia e la cosa non può che dispiacerci, dato l’affascinante mood che si respira. Il mondo di Gungrave si dimostra quello estremamente interessante visto nella serie animata del 2003, ma il team coreano non è riuscito a sfruttare appieno il valido world building a sua disposizione. Dopotutto basta guardare il riassunto di quanto accaduto nei primi episodi della serie presente nella schermata principale per capire che i dev non hanno grande dimestichezza con il narrative design. Il video messo a disposizione del pubblico, infatti, è poco interessante, mal raccontato e povero a livello grafico. Non certo il modo migliore per immedesimarsi nel racconto.

Gungrave G.O.R.E.

UNO STILE DATATO, MA POTENZIALMENTE DIVERTENTE

I ragazzi di Iggymob hanno evidentemente studiato i primi Gungrave, cercando di evolverne la formula, ma senza rivoluzionarla. Ancora una volta ci troveremo a dover sparare a orde di avversari, mentre avanziamo in aree senza coperture e accumuliamo energia per scatenare una potente mossa finale. Se i malaugurati nemici si avvicineranno troppo, il giocatore potrà sempre stenderli con la bara che Grave porta sempre con sé legata con delle catene alle proprie spalle.

Il risultato è un gioco impreciso, caotico e, talvolta mal bilanciato. Questo non impedisce al giocatore però di divertirsi, liberandosi dello stress accumulato vestendo i panni di un killer spietato e (per lo più) implacabile. Alcune boss fight si sono dimostrate persino interessanti, lasciandoci soddisfatti di questo ritorno del franchise. Non ci sentiamo di promuovere appieno il gunplay e il gameplay, sia chiaro, ma è innegabile che ogni tanto tutto funzioni per il meglio, dando vita a un titolo anacronistico, ma non certo da buttare.

Indifendibile, invece, il level design, che passa dal mediocre al noioso nel giro di qualche livello. Proprio la ripetitività di fondo, infatti, è il vero problema di Gungrave G.O.R.E.. Per quanto sparare all’impazzata possa anche intrattenere, la monotonia generale che permea l’opera ci ha spinti ad annoiarci molto rapidamente. Un difetto che si sarebbe potuto evitare se gli sviluppatori avessero inserito maggior varietà nei livelli e nelle mosse a nostra disposizione. Nonostante uno scarno albero della abilità, infatti, il gioco non invoglia a variare il proprio stile di combattimento, spingendoci a farci spazio tra i nostri nemici un colpo di pistola alla volta.

Gungrave G.O.R.E.

QUANDO IL DESIGN NON BASTA

Da un punto di vista artistico, Gungrave G.O.R.E. si difende ancora bene, dimostrando un design datato, ma ancora affascinante. Lo stesso non si può dire per il comparto tecnico, costituito da ambienti monotoni, texture in bassa qualità e da effetti particellari davvero d’altri tempi. Persino la colonna sonora non è riuscita a convincerci del tutto, risultando un mero accompagnamento per le ore di massacri, ma senza mai rimanerci in testa una volta spenta la console.

Gungrave G.O.R.E. pesca a piene mani dal passato, riuscendo talvolta a strapparci un sincero sorriso. Peccato, però, che i valori produttivi del titolo di Iggymob non gli permettano di spiccare in un mercato ormai troppo competitivo. I fan di Brandon Heat potrebbero comunque divertirsi, ma tutti gli altri dovrebbero forse rivolgere la propria attenzione altrove (magari verso un’affascinante strega di nostra conoscenza). Ci troviamo di fronte a un’occasione sprecata, che avrebbe potuto rinvigorire il franchise, ma che sembra aver rimandato questo risultato a un possibile prossimo episodio. Speriamo che il team coreano possa imparare dai propri errori e dare al pubblico affamato di action un titolo in grado di rispettare il carisma e il potenziale di Gungrave.

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