Guarding the Globe vol. 1: Sotto assedio, la recensione

Guarding the Globe è lo spin-off più impegnativo dell'universo creato da Robert Kirkman con Invincible, dove emerge tutto il mestiere dell'autore

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


Condividi

Guarding the Globe è a tutti gli effetti lo spin-off più impegnativo dell'universo creato da Robert Kirkman con Invincible. Il tema è quello del supergruppo e il confronto inevitabile è quello con icone e leggende come gli Avengers, rivolgendoci ai fan Marvel o la Justice League, parlando a quelli della Distinta Concorrenza. Proprio a quest'ultima fu ispirata la squadra che Kirkman e Cory Walker fecero debuttare sul numero 7 della testata regolare dedicata a Mark Grayson, datato dicembre 2003. Questo volume saldaPress raccoglie la prima miniserie di 6 episodi, dedicata al nuovo team e pubblicata dalla Image tra il 2010 e il 2011.

La trama è strettamente connessa a Invincible, dove il protagonista è impegnato a combattere la sanguinosa Guerra Viltrumita, raccontata nel volume 14 della collana della casa editrice reggiana. La scomparsa di Robot e Monster Girl si intreccia invece con le vicende raccontate nel 17° volume. Il risultato è che i Guardiani del Globo sono ridotti all'osso e dopo il tradimento di Omni-Man e la perdita della maggior parte dei componenti, occorrono altri inserimenti. Se ne occupa la loro guida, Brit, raccattando in lungo e in largo metaumani la cui affidabilità non è certo la dote principale. L'intenzione sua e di Cecil, il responsabile della Global Defense Agency, è di costituire un team internazionale, riconosciuto da ogni paese perché composto da reclute provenienti dai quattro angoli del mondo. Dopo la scomparsa della maggior parte dei membri del nucleo originale, facciamo la conoscenza di Japanandroid, la ragazzina artificiale dal Sol Levante, che pare un omaggio all'Astro Boy di Osamu Tezuka, il nepalese Yeti, l'australiano Kaboomerang, lo slavo Cast Iron, l'americana Knockout, il cinese Best Tiger, la russa Pegasus, il canadese Kid Thor, il bulldog francese Le Brusier, la sudafricana Outrun e il messicano El Chupacabra. A questi si uniscono vecchie conoscenze come Bulletproof, una figura molto amata dagli estimatori di Kirkman: Wolf-Man, e l'unico sopravvissuto del vecchio gruppo, Black Samson. Le minacce da affrontare sono varie ma quella più complessa e terrificante è costituita dall'Ordine, l'organizzazione segreta guidata dall'inquietante e spietato Set, a capo di alcuni dei più potenti supercriminali in circolazione.

Guarding the Globe: Sotto Assedio è un altro fumetto gustoso, accattivante, come la maggior parte dei titoli a cui Kirkman ha dato vita, qui affiancato da Benito Cereno ai testi. Questo re Mida dei comics, sembra trasformare in oro narrativo tutto ciò che sfiora. Qui la novità non risiede certo nei superpoteri descritti; anche questi alla fine non sembrano illimitati o meglio alcuni funzionano più degli altri e sono i più inflazionati: forza sovrumana, ipervelocità, volo, sono l'ABC del genere, a prescindere dalla provenienza editoriale.

La caratterizzazione dei personaggi e la loro umanità è ancora una volta il tratto vincente. I disegni di Ransom Getty Kris Anka sono ineccepibili, più espressivo il tratto di Getty, più pulito quello di Anka, ma per far breccia nei lettori non è sufficiente. Ci vuole il mestiere dello storytelling e del soggettista inciso nel DNA del suo autore. È figlio di una dote naturale e di un'esperienza e una conoscenza del mezzo espressivo impressionanti per i suoi 37 anni. In Guarding the Globe ci finiscono destrutturate, metabolizzate e riassemblate le icone della Golden e della Silver Age, insieme ai canoni della rivoluzione umanizzante di Stan Lee, “Supereroi con superproblemi” e di quella irriverente di Alan Moore, “Supereroi con superdifetti”.

Continua a leggere su BadTaste